Turismo: Santanché va criticata per la politica, non per il giustizialismo

Il governo Meloni naviga in mare mosso. Forza Italia – nel tentativo di riaccreditarsi dopo il passo falso agostano sugli extraprofitti bancari – va all’assalto dei porti: “Vanno privatizzati”, aveva detto qualche giorno fa Antonio Tajani, sostenuto dal nuovo portavoce di Fi, Raffaele Nevi. E con tutti gli azzurri dietro. Fdi e Lega non vogliono neanche sentirne parlare. Lo dice chiaramente, Giorgia Meloni: “La privatizzazione dei porti non è nel programma di governo”, sentenzia bocciando l’iniziativa di FI. Le fa eco la Lega con il sottosegretario ai Traporti, Edoardo Rixi: “Non è all’ordine del giorno e non credo sia un tema da campagna elettorale”. “Lo dico per il dibattito interno alla maggioranza: non intendiamo vendere i porti italiani ma aprire la gestione delle società all’ingresso dei capitali privati, come già accade in molto Paesi europei ed extra europei. Forte la consapevolezza che non sono più possibili gli scostamenti di bilancio, per cui occorre autofinanziarci”, ha spiegato ieri il deputato genovese Roberto Bagnasco, che segue da vicino le vicende dei porti liguri.

Raffaella Paita, coordinatrice di Italia Viva, punge: “Se Forza Italia è tanto ancorata ai principi liberali perché non porta avanti all’interno del governo una battaglia seria per liberalizzare i taxi e le concessioni balneari? Sono settori, quelli sì, dominati dal corporativismo, sui quali l’Italia è da sempre inadempiente nei confronti dell’Europa. E che, molto semplicemente, non funzionano e non forniscono servizi adeguati ai cittadini”, l’affondo della senatrice di Iv. Sui balneari, adesso che si sta chiudendo la stagione, cala anche il sipario della lunga vicenda delle concessioni.

Il Consiglio di Stato ha infatti confermato la bocciatura della proroga delle concessioni balneari al 31 dicembre 2024 del governo Meloni, che dovranno pertanto andare in asta al 31 dicembre 2023. I rinnovi, dunque, dovranno avvenire tramite gara pubblica, come impone la direttiva Bolkestein che vieta il rinnovo automatico delle concessioni balneari. La decisione era prevedibile, anche alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha chiuso a qualsiasi proroga delle concessioni. Gli operatori del settore auspicano che nella definizione dei bandi di gara vengano tutelate le imprese, spesso familiari, che hanno investito migliaia di euro in questi anni nelle proprie attività balneari. Per il legislatore sarà essenziale quindi un’attenta definizione delle regole d’ingaggio che considerino oltre alla concorrenza la salvaguardia dei valori delle specificità del modello turistico proposto fino ad oggi dal comparto. Ma tenuto conto di questo, e che si dicano liberali o meno, ora tutti gli alleati della maggioranza dovranno remare tutti insieme, nella direzione indicata. Bisogna adempiere.

Il governo segue la partita con il Ministro del Turismo, Daniela Santanché, a lungo socia di minoranza del Twiga prima di vendere le quote. Ed è stata la Ministra – che in FdI è legata all’ala milanese di La Russa – a volere fortemente la campagna di comunicazione “Open to Meraviglia” della quale da giugno si erano perse le tracce. Ieri, colpo di scena: la contestata Venere del Botticelli – o quel che ne resta dopo la stilizzazione da influencer – costata al contribuente circa 9 milioni di euro per l’intera campagna internazionale, è tornata a parlare. Era prematuramente scomparsa dagli spazi pubblicitari negli aeroporti il 27 giugno scorso. Et voilà: dopo che qualche giornale ha fatto balenare l’esistenza di una inchiesta della Corte dei Conti, la Venere è tornata sui social. Con un duplice messaggio in italiano e in inglese – indirizzato più alle polemiche politiche che ad attrarre turisti in Italia – Open to Meraviglia ha fatto sapere di stare bene. “Ciao! So bene che avete sentito la mia mancanza – scherza sui social – e mi fa piacere sapere che vi siate così tanto preoccupati per me. Ecco la verità: avevo promesso di portare le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo e così ho fatto. Aeroporto dopo aeroporto, città dopo città. Perché quando si ama davvero qualcosa, si desidera condividerla con il mondo intero. La nostra Nazione merita di brillare sempre di più e io sono qui per assicurarmi che accada” spiega concludendo il messaggio con un cuoricino rosso. Il Pd parte all’attacco con il vicecapogruppo alla Camera, Toni Ricciardi e il senatore Walter Verini: “L’unica Meraviglia è quella suscitata dal modo approssimativo, dilettantesco e opaco con cui il Ministero della Santanchè ha gestito la campagna della Venere”. Finita la bella stagione, nuove mareggiate all’orizzonte del governo Meloni. Ma i problemi del turismo sono più politici che giudiziari.