Ucciso e fatto a pezzi da moglie e figli, 15enne racconta al gip anni di violenze: “Ci picchiava, era un incubo”

“Papà ci picchiava, in casa era un incubo”. Sono queste le parole del 15enne che ha raccontato l’orrore che si è celato per anni dentro le quattro mura di casa. Una tragedia familiare sfociata nell’omicidio di quel padre e marito violento, Ciro Palmieri, panettiere 43enne di Giffoni Valle Piana, ucciso con 40 coltellate. A impugnare l’arma sarebbe stata la moglie, Monica Milite, insieme ai due figli, il secondogenito 18enne Massimiliano, e il terzogenito di 15 anni. Ad assistere alla scena c’era anche il figlio più piccolo, di 11 anni. Una tragedia avvenuta nella loro casa di Giffoni Valle Piana.

Come riportato da Repubblica, davanti al gip di Salerno mamma e figlio 18enne si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori di garanzia. Sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Il figlio 15enne che già aveva raccontato ai giudici di quelle violenze perpetrate in casa, ha confessato la sua partecipazione al delitto e aggiunto dettagli su quel clima di terrore impossibile da vivere. Per i tre indagati, difesi dall’avvocato Damiano Cantalupo, sono stati convalidati i fermi e disposta la custodia cautelare in carcere.

Il primogenito della famiglia, un 23enne, non era a casa perché vive a Milano per il servizio militare. Ha confermato le liti e i maltrattamenti da parte del padre e che non avrebbe mai immaginato un epilogo così drammatico nonostante gli scatti d’ira denunciati dalla madre nel 2015. Ancora non è chiaro cosa possa avr fatto scattare quella furia omicida il 29 luglio. Le immagini delle telecamere hanno cristallizzato quella violenza. Poi mamma e figli hanno gettato il corpo di Palmieri giù per un dirupo.

La madre e la sorella di Milite hanno raccontato di quelle violenze subite dalla donna e dai nipoti in un’intervista a LiraTv. L’uomo aveva istallato le telecamere in casa per una mania di controllo. Quegli occhi tecnologici hanno poi ripreso le scene dell’orrore. Intanto il piccolo di 11 anni che ha assistito all’omicidio del padre resta in una struttura con il supporto di psicologi e assistenti sociali. Il bambino non ha ancora incontrato il fratello maggiore e non ha parlato del delitto.