Ormai il dibattito politico si regge, ahimé, soprattutto su notizie false, manipolate o, nel migliore dei casi, male interpretate. Quando gli autori di queste false verità vengono scoperti e sbugiardati, ormai è troppo tardi. Anche nei – pochi – casi in cui sono loro stessi a ritrattare, il risultato non cambia comunque: il danno è fatto.
È come nelle serie tv giudiziarie americane: quando l’avvocato difensore, o il procuratore, dice qualcosa alla giuria che non dovrebbe dire, e viene fatta obiezione. Il giudice la accoglie e ordina alla giuria “di non tenere conto dell’ultima affermazione”. Ma non serve a nulla, i giurati non possono cancellare dalla memoria ciò che hanno udito, e quell’informazione, ormai indelebile, si insinua nelle loro coscienze. Dunque, al momento del verdetto, che lo vogliano o no, ne terranno conto. Esattamente come con le fake news: il danno è fatto.
L’ultimo caso di fake news in tv
Gli esempi sono innumerevoli e viaggiano quotidianamente dai social ai talk show televisivi, dai quotidiani ai comizi di piazza; ciò che hanno in comune è una cosa sola: sono nemici della verità. E, quindi, sono nemici della democrazia. L’ultimo caso in cui mi sono imbattuto risale alla sera dell’11 ottobre, durante la trasmissione “4 di sera”, condotta da Paolo Del Debbio. L’argomento era la finanziaria 2025 e in collegamento vi era la senatrice Alessandra Maiorino del M5S. Nel suo intervento, che ha pronunciato per motivare la sua contrarietà alla legge di bilancio, a suo dire non sufficientemente focalizzata sulle fasce più povere, ha affermato che “In Italia un giovane su 5 non riesce a fare più di un pasto al giorno”. Un argomento forte, disturbante, capace di colpire la sensibilità di chi ascolta. L’idea, terribile, che il 20% dei giovani italiani non riesca ad alimentarsi a sufficienza. Per fortuna, non è così.
Il danno è fatto
Nonostante le obiezioni degli ospiti in studio, in particolare dell’attento Paolo Liguori, che ha chiesto insistentemente alla Maiorino di citare le fonti, la versione della senatrice è rimasta immutata. Anzi ha puntualizzato che i dati provenivano dall’ISTAT. Nessuno in studio ci ha creduto ma, non potendo confutare i dati in tempo reale, è andata come da manuale: il danno è fatto. Notizia clamorosa, da fonte istituzionale. La realtà, ovviamente, è tutt’altra.
Le difficoltà economiche
Quello che dice l’ISTAT è che “nel 2024 tra gli under 35 che vivono da soli, il 17,8% non può permettersi per motivi economici un pasto proteico almeno ogni due giorni”, una cosa ben diversa dall’affermare che il 20% dei giovani non può fare più di un pasto al giorno. Le difficoltà economiche esistono, certo, soprattutto per i giovani che vivono da soli in una grande città, che studiano o hanno lavori precari. Ma certamente non è la situazione di emergenza alimentare che descriveva la senatrice. Se poi vogliamo approfondire l’analisi, ci accorgiamo che anche il linguaggio tecnico dell’ISTAT contribuisce, forse involontariamente, a generare una percezione più allarmante del reale.
Dire che qualcuno “non può permettersi un pasto proteico almeno ogni due giorni” non significa affatto che quella persona salti i pasti o soffra la fame: vuol dire semplicemente che non consuma carne o pesce con quella frequenza, ma può comunque nutrirsi con uova, legumi o altre fonti proteiche. Eppure, basta una formulazione un po’ criptica per evocare scenari drammatici, poi capziosamente sfruttati, distorti o amplificati a fini ideologici.
