È stato pubblicato il Documento programmatico pluriennale 2026-2027 del Ministero della Difesa, il primo che vede l’Italia raggiungere l’impegno del 2% del Pil con un aumento significativo e con una spesa prevista di 15 miliardi di euro.
In ottica di Legge di Bilancio, questo è forse il Documento programmatico più atteso, non solo per la robustezza degli stanziamenti ma anche e soprattutto perché – in uno scenario complesso come quello attuale – le scelte compiute dai vertici delle Forze Armate sono indicative per le sfide che l’Italia si prepara ad affrontare. Tante le novità e i focus di interesse, partendo da un concetto che vede la Difesa conscia di doversi adattare a una pluralità di scenari e di teatri, a cominciare proprio da quelle che oggi, per scelte passate, vengono ritenute le carenze e i punti critici, con la consapevolezza che investire in Difesa vuol dire investire sia in sicurezza e in deterrenza sia in ricerca, e dunque in sviluppo.
Spesso il settore della Difesa nel nostro Paese ha pagato una lettura miope e culturalmente ostile, che ci ha reso impreparati alle sfide dell’oggi, alle quali rispondiamo prontamente grazie alla professionalità ed esperienza dei nostri operatori. Come lo stesso ministro Guido Crosetto ha più volte ribadito, il compito della Difesa è quello di rendere la nazione in grado di difendersi con tutti i mezzi necessari, da attacchi come quelli subiti da Ucraina e Israele. Ma allo stesso tempo una Difesa efficace serve a supportare le ambizioni di un Paese che ha scelto di perseguire obiettivi complessi e di lungo periodo, si pensi ad esempio al Piano Mattei e alla complessità dello scenario per il fianco sud della Nato.
La Marina si prepara ad avviare il programma “studi/sviluppi nuove tecnologie per future unità navali”, con l’avvio della progettazione di una nuova portaerei, che lo stesso Ammiraglio Credendino vorrebbe a propulsione nucleare; in tal senso si era espresso già nel giugno scorso. Così come per l’Aviazione di Marina che per l’Aeronautica, si continua a puntare su apparecchi in costante aggiornamento tecnologico. Sempre in ambito navale è previsto l’avvio del programma “Sistemi di Deep Strike e Antinave”, con la possibilità di dotare le nostre unità navali di missili da crociera per attacchi terrestri. Per l’Esercito la priorità è quella di dotarci di carri armati in grado di rafforzare un eventuale fronte di terra con l’ammodernamento di 125 carri Ariete e l’aumento dei finanziamenti per il programma A2CS per lo sviluppo di veicoli corazzati di nuova generazione.
Per le forze aeree, al via il programma per l’acquisizione di sei Maritime Multi Mission Aircraft (M3A), velivoli da pattugliamento marittimo e antisommergibile. Previsto anche lo stanziamento di fondi per la produzione di sei batterie Medium Range SAMP/T New Generation (NG) per l’Esercito e 5 batterie SAMP/T NG per l’Aeronautica, quindi un importante investimento sulla capacità di Difesa aerea. Inoltre è previsto l’aumento di munizioni, una necessità dovuta alla lezione proveniente dall’Ucraina.
