Urletti e passa parola: c’è George Clooney al Lion’s! Siamo accanto al Palazzo del Cinema, ma il George di turno è un falso, un sosia, un baro. E qui a barare (in senso positivo) sono alcune scene dell’apprezzatissimo film Bugonia di Yorgos Lanthimos. Un film straripante, improvviso, magnificente e terribile, con una Emma Stone ancora in stato di grazia. E fin qui la diva, mentre in conferenza stampa non si è presentata l’altra icona hollywoodiana, il disinvolto George Clooney (quello vero) per il film Jay Kelly di Noah Baumbach, una pellicola divertente e malinconica. Entrambe le opere sono in concorso per il Leone d’Oro. Come Orphan di László Nemes, ambientato a Budapest nel 1957 (post-rivolta anticomunista), in cui il bambino ebreo Andor deve confrontarsi con la figura del padre.
Fuori concorso c’è Ghost Elephants di Werner Herzog (già premiato con il Leone alla carriera) che racconta la ricerca di un misterioso branco di elefanti fantasma che vive sulle montagne dell’Angola. Questi elefanti angolani sono come bari al tavolo da poker: lasciano segni, ma non si trovano mai. In questo sta la sfida, totalmente herzoghiana, del suo cinema che dura fatica nelle tante camminate in giungla.
La pioggia che va e viene sul lungomare Marconi, innaffiando saltuariamente i punti cruciali di questa 82esima Mostra, tiene alla larga i soliti fan che si accalcano di fronte all’Excelsior, in attesa dell’uscita di un famoso basta sia. Ma cos’è questa storia dei bari? È un segno dei tempi, probabilmente, in cui non si capisce ormai più cosa sia vero e cosa sia falso. Cosa che al cinema rende sempre, meno quando si incista nell’informazione. Lo scriviamo ancora, perché la storia della manifestazione per la Palestina che si terrà domani, con la sua solidarietà selettiva, non ha ancora abbandonato la Mostra del Cinema.
Infatti fervono i preparativi per la chiamata alla lotta. Giorni fa, l’organizzatrice Martina Vergnano aveva parlato di “genocidio” oltre ogni ragionevole dubbio. Eppure, le “immagini di chiarezza inequivocabile” sembrano purtroppo quelle di una psicosi collettiva in atto, in cui l’antisemitismo è camuffato da crociata del bene o peggio minimizzato, come un asso nella manica del baro: “Se la sono andata a cercare”. Domani sono attese al Lido 3mila persone, di cui 800 che partiranno con la motonave da Marghera, versando 5 euro a testa. Ma la novità è la riunione per la sicurezza che si è svolta ieri pomeriggio in Prefettura. Sono state fatte richieste precise ai centri sociali del nordest: che sia una manifestazione quieta.
Venezia e il Lido sono pur sempre un organismo delicato. E i manifestanti non potranno oltrepassare il limite del check-in, prima del 4 Fontane, ma porteranno qui il loro solito messaggio. Molti anni fa Camus diceva che per fortuna l’indignazione era in calo, ma “il peggio è che si sta organizzando sempre di più e si svolge in una sola direzione. I nostri manifestanti scelgono tra le vittime e dichiarano che alcune sono commoventi e altre sono oscene”.
