Violenza sulle donne, la provocazione di Caiazza: “Prima di fare sesso registrate il consenso col microfono”. La norma che nasce già male

Accertarsi del consenso all’atto sessuale in fase di giudizio potrebbe presto trasformarsi in una formalità e portare sempre alla stessa risposta anche nei casi in cui la vittima non sia in buona fede. Lo fa notare l’avvocato Gian Domenico Caiazza scrivendo una provocazione (“bisognerà andare col microfono o astenersi”) per accendere l’allarme su una norma quasi antigiuridica volta a modificare il delitto di violenza sessuale introducendo il concetto di “consenso libero e attuale”. Un testo approvato alla Camera il 19 novembre e ora fermato in commissione Giustizia al Senato, anche per volontà di Salvini che ha ribadito a “La Zanzara” la necessità di “scrivere bene una legge per non farla diventare un’arma a disposizione di chi si vuole vendicare”.

L’onere della prova ribaltato. Caiazza: “Siamo fuori dalla grazia di Dio”

Con la nuova legge, in sede processuale, dovrà essere colui che commette la violenza a dimostrare che il consenso del partner c’è stato, e non il contrario. L’onere della prova è dunque ribaltato. “Qua siamo fuori dalla grazia di Dio”, ha detto Caiazza intervistato da Il Giornale. Un rapporto avvenuto senza “il consenso libero e attuale” diventa una violenza sessuale anche in assenza di condotte violente, minacce, o sfruttamento delle condizioni di debolezza dell’altra persona. “Se passa la riforma, non comprendo cos’altro si dovrà verificare”.

Violenza sulle donne, legge bloccata?

Il blocco della Lega, sul quale è in prima linea l’avvocato Giulia Bongiorno ferma i tempi almeno fino a gennaio 2026, in attesa di una revisione. La legge – firmata Boldrini, Di Biase, Ferrari, Forattini, Ghio e Serracchiani – potrebbe dunque nascere senza stravolgere principi giuridici già fortemente messi in discussione dalla quotidianità delle aule di giudizio. “Il processo deve fornire un qualche riscontro della condotta dell’aggressore. Perché si permette che un omicidio o una strage possano rimanere impuniti per mancanza o insufficienza di prove, e non una violenza sessuale?”, conclude domandando Caiazza auspicando un pronto cambio di rotta.