“Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva elemosina è annegato??”. Così la sindaca di Voghera Paola Garlaschelli scriveva tra le risate del vicesindaco Simona Virgilio e l’assessore alla scuola William Tura, in una chat di giunta su Whatsapp nel marzo 2021. Come già succedeva in una precedente conversazione rivelata da LaPresse, il tema della discussione è sempre quello dell’ordine pubblico e in particolare di una panchina usata da alcuni senza tetto: “Purtroppo non bastano più i nostri vigili, ci vuole ben altro”, scriveva l’assessore Giancarlo Gabba aggiungendo al commento un’immagine di una bomba.
Anche Massimo Adriatici, l’assessore alla sicurezza che il 20 luglio 2021 sparò e uccise il trentanovenne Youns El Boussettaoui in piazza Meardi, interviene suggerendo “Togliamo la panchina”, seguita da una faccina che piange dal ridere. Conversazioni che creano imbarazzo ma che forse sarebbero finite nel dimenticatoio se non fosse accaduta la tragedia.
Poche settimane fa sono emersi altri screen shot da quelle chat in cui si discuteva dell’ordine pubblico. Protagonista di quelle dichiarazioni è stato Giancarlo Gabba, che ha preso la delega per la sicurezza del comune di Voghera (provincia di Pavia) che erano di Massimo Adriatici. Lo scorso giugno, e quindi ben prima dell’omicidio, in piena strada, di Youns El Boussettaoui, scriveva così in una chat interna alla giunta in merito ai problemi di sicurezza: “Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio”.
Era il 26 giugno. Neanche un mese dopo, nella notte tra il 20 e il 21 luglio, in piazza Meardi, Massimo Adriatici sparava e uccideva Youns El Boussettaoui, 39 anni, marocchino con disturbi mentali. L’assessore della Lega è accusato di eccesso colposo di legittima difesa. Il colpo esploso dalla Beretta dopo una colluttazione. Secondo i legali della vittima, gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, il proiettile era illegale, del tipo hollow point, (o “dum dum”), ovvero con un foro sull’ogiva per provocare maggiori ferite. Munizioni di tipo espansivo vietate per legge.
Il caso della chat: Simona Virgilio, assessore all’istruzione, segnalava circa un mese prima come “davanti all’Africa Market mega assembramento con tantissimi individui con bottiglie in mano, non si riesce neanche a passare”. E Gabba, all’epoca assessore all’urbanistica, rispondeva: “Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio”. La sindaca Paola Garlaschelli, senza replicare alle parole dell’assessore, allora scriveva: “Ma non abbiamo nessuno di turno in Polizia locale?”. E ancora Gabba: “Temo che anche il buon Massimo (Adriatici, ndr) non sappia più come affrontare il problema con i nostri poliziotti”.
Il ricorso alle armi non sarebbe stato mai stigmatizzato nella chat in questione della giunta di centrodestra. E nemmeno la sindaca sembra essersi fatta troppo turbare. Dopo che settimane fa Garlaschelli aveva definito “riprovevole” il commento di Gabba al quotidiano La Provincia Pavese, l’assessore è rimasto al suo posto.
