Voto in condotta e lavori socialmente utili per gli studenti sospesi? “No, la scuola deve educare, rieducare e correggere ma non punire”

Nel Sì&No del giorno, spazio al dibattito sulla disposizione del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che prevede di utilizzare il voto in condotta e i lavori socialmente utili in caso di studenti indisciplinati. Abbiamo chiesto un parere a Jasmine Cristallo (Partito Democratico), che è contraria, e ad Alberto Balboni (Senatore di Fratelli d’Italia) che è favorevole.

Qui di seguito, l’opinione di Jasmine Cristallo.

Qualunque provvedimento in materia di scuola provenga da un Ministro che pensa che l’umiliazione possa avere funzione pedagogica, incontrerà sempre e a prescindere la mia diffidenza. Il disegno di legge che prevede attività di cittadinanza solidale per gli alunni violenti, preoccupa per la vaghezza dei suoi contorni e perché attribuisce poteri simil giurisdizionali al consiglio di classe.

Riporto testualmente un passaggio del Ddl: “Nel caso di sospensione superiore ai 2 giorni, se verrà ritenuto opportuno dal consiglio di classe, l’attività di cittadinanza solidale potrà proseguire oltre la durata della sospensione, e dunque anche dopo il rientro in classe dello studente, secondo principi di temporaneità, gradualità e proporzionalità”.

Mi chiedo come un corpo docente possa applicare i criteri di “gradualità”, “temporaneità” e “proporzionalità” che richiedono competenze tecnico-giuridiche e che definirebbero i contenuti di un provvedimento che avrebbe il tenore di una vera e propria sanzione. Da professori a giudici: un salto, forse, troppo ardito.La scuola educa, rieduca e in taluni casi corregge, ma non punisce. Il rischio che si intravede leggendo le disposizioni del Ministro Valditara è di “esternalizzare” un provvedimento a carattere sanzionatorio che così perderebbe la sua finalità riparativa e formativa. Il disegno di legge è una misura spot: non prevede un’indagine del contesto nel quale si maturano alcuni comportamenti e non è finalizzato quindi a disinnescare la causa ma solo a sanzionarne l’effetto.

La matrice culturale del proposto provvedimento di questo Governo non è certo montessoriana… La verità è che si tratta di un’ennesima iniziativa-manifesto che utilizza l’agito emotivo della punizione esemplare come risposta al conflitto. L’obiettivo della scuola è formare, non “forgiare” attraverso l’inasprimento delle sanzioni disciplinari. Punire in maniera esemplare non è un deterrente, non è la soluzione, così come testimoniano importanti studi sociologici. Con un particolare “accanimento” verso i giovani, la repressione pare essere la soluzione tout court del Governo Meloni a qualunque problema e da applicare a tutto il globo terracqueo… Anche se nel ddl non si parla di “lavori socialmente utili”, molti giornali titolano utilizzando questo termine, ma i lavori socialmente utili vengono adottati come sanzione penale sostitutiva ed è inquietante associarli anche solo giornalisticamente ad individui in crescita, non condannati da alcun tribunale.

Lo sviluppo della sensibilità sociale degli studenti tramite lo svolgimento di attività dalle finalità solidali dovrebbe, pertanto, essere un’opportunità basata su un’adesione volontaristica e nell’ambito di un precorso realmente formativo, non una pena da scontare.