Voto in condotta e lavori socialmente utili per gli studenti sospesi? “Sì, è necessario offrire messaggi chiari. Vogliamo mica dargli una nota di merito?”

Nel Sì&No del giorno, spazio al dibattito sulla disposizione del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che prevede di utilizzare il voto in condotta e i lavori socialmente utili in caso di studenti indisciplinati. Abbiamo chiesto un parere a Jasmine Cristallo (Partito Democratico), che è contraria, e ad Alberto Balboni (Senatore di Fratelli d’Italia) che è favorevole.

Qui di seguito, l’opinione di Alberto Balboni.

Voto di condotta e lavori socialmente utili per gli studenti sospesi perché troppo indisciplinati. Attorno a queste due riforme, varate lunedì scorso in Consiglio dei Ministri insieme al potenziamento degli istituti tecnici, si snoda il futuro della scuola italiana all’insegna, finalmente, della cultura del rispetto nei confronti di docenti e Istituzioni. Le cronache, ormai con sempre più puntuale frequenza, traendo spunto dalle immagini che abbondano sui social network, ci riferiscono di episodi violenti che vedono giovani protagonisti in negativo. Episodi che avvengono sovente all’interno delle aule scolastiche. Insubordinazioni, insulti, atti di vandalismo e di bullismo, persino maltrattamenti verso i docenti.

La misura è colma. E allora è quantomai necessario offrire ai nostri giovani messaggi chiari e virtuosi. Primo messaggio: alle proprie azioni corrispondono sempre delle conseguenze. Secondo messaggio: prima della pretesa di un diritto viene sempre l’adempimento del corrispondente dovere. È ad esempio intollerabile ciò che è accaduto nei mesi scorsi a Rovigo: due studenti, dopo che nel corso dell’anno scolastico avevano sparato proiettili di gomma contro una docente durante le lezioni, hanno ricevuto un 9 in condotta. Ci mancava soltanto che venisse assegnata loro una nota di merito per la bravata! Ecco, cortocircuiti di questo tipo non si verificheranno più. Il governo Meloni merita, dunque, un plauso per l’iniziativa intrapresa. Del resto fin dal suo insediamento, il governo ha scelto, anche nel nome assegnato al ministero dell’Istruzione, di promuovere il Merito quale stella polare della scuola italiana.

Ebbene, proprio per garantire ai più capaci e meritevoli di esprimere tutte le loro potenzialità, è essenziale che venga garantito il rispetto delle regole. Valori dei quali si riempie spesso la bocca la sinistra, ovvero l’uguaglianza, la parità delle condizioni di partenza, il diritto allo studio possono trovare applicazione soltanto in un contesto in cui l’autorità del docente è rispettata. Se non si riconosce nel docente una guida di tutti gli studenti, un educatore, un mentore di cultura, se il docente non è messo nelle condizioni di poter svolgere serenamente il suo lavoro, il percorso di formazione che la scuola deve garantire alle future generazioni finisce per svilupparsi sulle sabbie mobili. Esempio concreto: l’atto di teppismo dei due studenti a Rovigo ha svantaggiato anche gli altri compagni di classe, in quanto hanno dovuto assistere a una delegittimazione del proprio professore senza che fossero prese adeguate contromisure.

Ma che pessimo messaggio diamo? Un docente esautorato del suo potere scredita la scuola e, di conseguenza, crea un danno enorme alla formazione dei nostri giovani. Quanto a questi ultimi, vittime di una narrazione che li descrive (anche ai loro genitori) come eterni bambini da assecondare in ogni più puerile desiderata, vale la pena soffermarsi ulteriormente sulla misura dei lavori socialmente utili in caso di sospensione scolastica. Cosa c’è di più educativo del contatto con la realtà! Sarà meglio mandare gli studenti sospesi ad impegnarsi in favore della collettività piuttosto che lasciarli fuori dai cancelli della scuola, incentivandoli magari a bighellonare in giro o ad alienarsi davanti agli schermi dei dispositivi digitali. Il nostro tessuto sociale è pieno di luoghi autentici in grado di aiutare giovani a rinvigorire un cuore inaridito e comprendere che la vera gratificazione non passa certo per la stupida insolenza verso i più deboli, bensì per l’impegno sociale a beneficio di sé stessi e del prossimo.

Penso alle case per anziani, alle strutture per disabili e a quelle che combattono le dipendenze, alle strade e ai parchi da ripulire. Mandarli a lavorare in questi luoghi, quando sbagliano meritando una sospensione scolastica, può aiutarli a crescere e a maturare quali cittadini come donne e come uomini prima ancora che quali studenti. È anche questo che la scuola deve fare.