What’s up, Europe? Il punto della settimana da Bruxelles: dalle azioni legali di Kiev al ‘FantaBanca’ di BCE e BEI

In questa nuova rubrica del sabato riporteremo i flash più intriganti da Bruxelles, nonché le news più importanti della settimana europea.

Kiev vs Visegrad a colpi di granturco

Kyiv intende avviare azioni legali contro Polonia, Ungheria e Slovacchia a causa del loro rifiuto di revocare il divieto sui prodotti agricoli ucraini, ha dichiarato Taras Kachka, il Rappresentante Commerciale dell’Ucraina. I tre paesi stanno opponendo resistenza alla Commissione Europea, la quale lo scorso venerdì ha deciso di consentire la vendita di grano ucraino in tutta l’Unione Europea, temporaneamente bloccata per proteggere i produttori europei dall’aumento dell’import di merci ucraine. La sfida aperta da parte di quel che resta dell’alleanza Visegrad contro Bruxelles non riguarda solo una questione interna all’Unione Europea (conta davvero la politica commerciale comune o no?) ma solleva una più grande preoccupazione sistemica. I partner commerciali internazionali possano fidarsi del fatto che Bruxelles parli a nome dell’UE…di tutta l’UE? È proprio il caso di dirlo: sveglia, Europa!

Il futuro dell’Europa è sull’asse Franco-tedesco

Mentre Meloni e Salvini si dilettano in spot elettorali ai due estremi dello Stivale, Francia e Germania discutono di quel che sarà dell’Unione europea, senza – ovviamente – l’Italia. Parigi e Berlino hanno presentato un paper contenente raccomandazioni concrete su come garantire la governabilità dell’Unione Europea con 30 o più membri, giacché Ucraina, Moldavia e i Balcani Occidentali si preparano ad unirsi all’Unione. La tanto decantata Europa a più velocità la fa sempre da padrona: i tecnici franco-tedeschi sostengono che se i paesi dell’UE non riuscissero a concordare modifiche ai trattati e riforme necessarie all’allargamento previsto nel 2030, allora una coalizione di paesi all’avanguardia dovrebbe procedere con un “trattato di riforma supplementare”, andando avanti con l’integrazione europea in ulteriori aree, come difesa o fisco. Che dire, speriamo che il governo italiano non rimanga al palo di Pontida.

Calenda abbraccia il Partito Democratico di Schlein ma lascia il Partito Democratico Europeo

Così, de botto, senza senso, come si direbbe a Roma. A neanche un anno dal suo ingresso, Azione lascia già il PDE, il partito europeo centrista e riformista, parte di Renew Europe. Probabilmente – se accettato – andrà nell’ALDE, il partito liberale che in precedenza non esitava a criticare per la sua vicinanza alle multinazionali. Forse due Partiti Democratici sono troppi per Calenda? Chissà, ma questa è la riprova che stia tagliando tutti i ponti dal progetto del Centro, anche in Europa.

FantaBanca is better than FantaCalcio: la corsa a BEI e BCE

I vertici della Banca Centrale Europea (BCE) e della Banca europea per gli investimenti (BEI) termineranno a breve il loro mandato e il toto-nomi sembra più un’asta da fantacalcio che una nomina definita da trattati europei. Il governo italiano schiera in porta Piero Cipollone per la BCE, mentre in attacco Daniele Franco per la BEI. Franco se la vedrà contro importanti figure, tra cui la liberale Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Europea con delega alla Concorrenza, la ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino, Teresa Czerwinska, attuale vice presidente della BEI, e l’ex ministro svedese Thomas Ostros. Tuttavia le sfide più rilevanti sembrano provenire dalle candidature di Vestager e Calvino. Nel mentre, Piero Cipollone si profila come il candidato italiano per il consiglio della BCE. L’Italia è il solo paese a proporre un candidato, e il 15 settembre, l’Eurogruppo discuterà la sua candidatura. Perché la sua candidatura possa essere accettata, è richiesto il sostegno di almeno 15 dei 20 paesi della zona euro, che rappresentino almeno il 65% della popolazione. Anche se la Nazionale azzurra è in mancanza di bomber, speriamo di fare goal almeno sul fronte finanziario europeo.