E dire che non ha giocato ancora come può e come sa. Jannik Sinner raggiunge la semifinale dello slam sull’erba sbarazzandosi in quattro set del russo che non ti aspetti, Ronald Safuillin, uno sparapalle e sparaservizi che ha dato il meglio di sé in questo torneo. Che infatti ha messo in crisi l’azzurro ma solo per un set, il secondo, nonostante Sinner avesse già in tasca un break. Per distrazione – l’azzurro è sembrato andare un po’ in confusione – più che per capacità dell’avversario. Poi Jannik ha ricalibrato colpi e concentrazione chiudendo il terzo e il quarto con un doppio 62 (64-36-62-62).
È la prima semifinale slam in carriera. Per qualche ora, per una notte – finché i terribili ventenni Rune e Alcaraz non si elimineranno a vicenda – è anche il più giovane semifinalista a Wimbledon. «Vuol dire molto per me, tanti sacrifici e tanto lavoro fatto sul campo. Sto lavorando con il mio team sul fatto di non sprecare i vantaggi». Safiullin non era un avversario facile, soprattutto perché non dà ritmo. Chi dice che tutto sommato l’azzurro ha avuto un buon tabellone – non ha avuto top ten da battere – dovrebbe riflettere che l’erba è una superficie che non dà certezze e dove ogni partita è veramente una storia a sé.
Adesso ci dovrebbe essere Djokovic. Mentre scriviamo il serbo è in campo contro il russo Rublev. Dovrebbe vincere, ma contro il russo non è mai una passeggiata. Adesso c’è una sera, una notte e un giorno per riposarsi. E anche, forse, finalmente sbloccarsi, tirare fuori tutto il tennis che ha nella testa e nelle gambe e finora quasi trattenuto perché – da favorito – doveva vincere. «Andrò in campo – ha detto Sinner dopo il match – con la giusta mentalità, Nole non perde sul Centrale da 10 anni. Io riposerò, cercherò di affrontare con gioia e godermi una delle partite più importanti della carriera». Appuntamento a giovedì. Centre court di Wimbledon.
