Wwf denuncia l’ecocidio: in 50 anni persi due terzi della fauna selvatica del pianeta

©AP/Lapresse 28/07/2009 Pinnawala, Sri Lanka Estero Orfanotrofio di elefanti nella foto: elefanti A two-and a half month old baby elephant stands close to its mother as they bathe at a river near an elephant orphanage in Pinnawala, Sri Lanka, Tuesday, July 28, 2009. The elephant orphanage aims to take care of orphaned or abandoned elephants in the jungles of Sri Lanka. The mahouts, or elephant keepers, feed the elephants and take them twice a day to a nearby river for bathing and drinking water. (AP Photo/Gurinder Osan)

In mezzo secolo sono spariti due terzi della fauna selvatica del pianeta Terra. L’allarme è stato lanciato dal Wwf (World Wide Fund for Nature) nel Living Planet Index, uno strumento di riferimento pubblicato ogni due anni. È un ecocidio, così lo descrive l’associazione. E sono le attività dell’uomo la causa principale.

Quindi soprattutto la distruzione degli habitat naturali per far spazio all’agricoltura. È proprio con questa pratica che tra le altre cose si favorisce la genesi e la diffusione di nuove pandemie come quella del nuovo coronavirus. La trasmissione di un virus da specie a specie viene agevolata proprio mettendo in contatto gli esseri umani e gli animali.

L’indice viene compilato in collaborazione con la Zoological Society of London e classifica circa 4.00 specie di vertebrati suddivise in circa 21.000 popolazioni animali in tutto il mondo. Un indice che è in caduta libera per la biodiversità, che si era attestata al 60% durante l’ultimo rapporto del 2018 che ha analizzato il periodo 1970/2014.

“Per 30 anni abbiamo visto la caduta accelerare e continua nella direzione sbagliata”, ha detto all’Afp Marco Lambertini, direttore del Wwf internazionale. “Stiamo assistendo alla distruzione della natura da parte dell’umanità. In effetti, è un ecocidio”.