Allo scadere dell’ultimo minuto il centrodestra scioglie le riserve e candida il primario di pediatria Luca Bernardo a Milano e conferma, dopo i marosi dei giorni scorsi, il magistrato Catello Maresca a Napoli. A suonare il gong del time out è stato il leader della Lega, Matteo Salvini, stremato dall’estenuante tira e molla che aveva messo in campo una lunga lista di nomi, entrati in conclave da Papa e usciti cardinali.
La fumata bianca è quella attesa dal centrodestra, frutto della condivisione tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma anche dai partner minori di Noi con l’Italia, Coraggio Italia, Ple: un pediatra impegnato nel sociale, un professionista della sanità che può ben simboleggiare quella valorizzazione delle professionalità esterne ai caminetti della politique politicienne. Salvini lo certifica: «A Milano abbiamo deciso di candidare uno dei più importanti primari degli ospedali milanesi, pediatra ma non solo, in prima linea contro il Covid, impegnato nel sociale, come Luca Bernardo, per rilanciare una città il cui sindaco sta crollando in tutti gli indici di gradimento e addirittura è sprofondato all’80mo posto e oltre nella classifica dei sindaci». In realtà il gradimento di Sala nei sondaggi rimane però alto, come ci ricorda il varesotto Gianfranco Librandi: «Nelle analisi dei flussi è chiaro a tutti chi vincerà, il resto è solo posizionamento di ripiego».
A questa analisi segue quella di un sondaggista che dice al Riformista: «Si divideranno così: Roma al centrodestra e Milano al centrosinistra, palla al centro». Nella giornata dell’annuncio pubblico del pediatra milanese, non tardano ad arrivare i mugugni. «C’è un accordo di desistenza, i partiti del centrodestra puntano a perdere con onore, non rischiando la faccia ma mettendo in gioco quella di un agnello sacrificale», ci suggerisce un giornalista milanese di quell’area. Luca Bernardo «è una brava persona, un nome noto in città», assicura il capogruppo di Forza Italia al Pirellone, Gianluca Comazzi. Essere una brava persona non sembra dare assicurazioni elettorali, e il centrodestra lo sa. Allora parte il treno delle dichiarazioni copia-e-incolla: «Candidiamo Bernardo per vincere e governare», assicura Antonio Tajani. «Auguri e viva Bernardo sindaco», dice Gabriele Albertini, ex sindaco ancora molto ascoltato nel centrodestra meneghino. «È un candidato vincente», aggiunge Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia.
La novità presentata da Giorgia Meloni a Milano non è da poco: in ticket con Luca Bernardo corre Vittorio Feltri, candidato Vice sindaco. L’idea americaneggiante delle “accoppiate” consente di dare contrappesi al riparo dai meccanismi elettorali: i vice sindaco non vanno votati, quella del vice sindaco è una figura fiduciaria del Sindaco che però serve a blindare qualche coppia debole. A Milano la competenza politica di Feltri può compensare il noviziato di Bernardo. A Roma il ticket Simonetta Matone-Enrico Michetti crea la corretta gender equality ma garantisce anche meglio Forza Italia (Matone) rispetto a Fdi (Michetti).
La verità è che la partita delle amministrative sarà usata come campo di battaglia per le sfide tra i leader nazionali, che batteranno ogni piazza per guadagnare la rincorsa necessaria alle politiche. Lo sfaldamento dei Cinque Stelle consegna all’area della volatilità elettorale sette milioni di voti. L’esigenza di vedere affiorare nuovi nomi, a partire dal confronto nelle maggiori città, è più che giustificata.
