I sindacati chiamano, i social amplificano, le università rispondono. Cellule sindacali, rete e gruppi studenteschi estremisti diventano così le tre strade attraverso le quali la propaganda pro-Pal miete le sue vittime. Prima tra tutte, la verità dei fatti.

Aggressioni nelle Università

Se la Cgil non mette insieme molto più della sua base militante nei comizi che ha organizzato ieri a Genova, Livorno, Ravenna e Trieste, è sul fronte caldo delle università, alla ripresa dell’anno accademico, che si riversa l’attenzione degli agit-prop. Sulle proteste pro-Pal Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, intervistata a 24 Mattino su Radio 24, ha chiesto esplicitamente che anche l’ateneo di Pisa si costituisca parte civile. Avendo già preannunciato proprio al Riformista, tre giorni fa, che il Ministero farà lo stesso. “Sono sempre al fianco dei Rettori che sono i primi gestori dell’ordine pubblico e della sicurezza all’interno dell’università. Ma io sono il ministro dell’Università, quindi non posso non vedere. La prima telefonata è sempre per i Rettori, per capire che cosa sta succedendo; la seconda telefonata nel caso di Pisa è stata al prof Rino Casella, poi al prefetto e al questore per avere contezza della situazione nella sua interezza. Per quanto riguarda Pisa, io suggerisco caldamente al Rettore di costituirsi parte civile; invece per quanto ci riguarda come Ministero, proprio per dare un segnale, ci costituiremo parte civile se l’azione penale andrà avanti”.

Una posizione forte, che indica non solo una assunzione di responsabilità in merito agli accadimenti che hanno luogo nel perimetro universitario, ma che precisano anche in quali termini vada correttamente inteso il rapporto Rettore-studenti. Gli auguri di “Buon vento” alla Sumud Flotilla, rivolti dal Rettore de La Sapienza e da quello dell’Università di Torino, hanno fatto i conti con le indagini (“follow the money”) che riportano quali e quanti personaggi legati ad Hamas e al Qatar siano dietro all’impresa delle vele per Gaza?

Bernini chiede coraggio ai Rettori

Bernini non pungola direttamente i Rettori su questo punto, ma li richiama al dovere della vigilanza e della collaborazione fattuale con le forze dell’ordine, anche fornendo la necessaria collaborazione in termini di segnalazioni, video e foto degli autori dei disordini (occupazioni e interruzioni violente della didattica) nelle aule universitarie. “Non abbiamo mai avuto, da parte delle forze dell’ordine, altro che supporto e collaborazione”. Per la ministra, “sono stati evocati i manganelli, non sono le nostre modalità, non sono le regole di ingaggio delle forze dell’ordine. Le forze dell’ordine hanno una funzione di controllo e di contenimento ove richiesti dal primo gestore della sicurezza che è il Rettore. C’è sempre stato un grande rispetto e una grande attenzione per le Università, che sono luoghi aperti ad ogni dibattito con un limite invalicabile. No alla violenza fisica e verbale”.

Il deputato della Lega Edoardo Ziello aveva dichiarato che durante le aggressioni avvenute a Pisa “i manganelli, evidentemente servivano”. Non ce ne sono stati. Ma questo non deve impedire a chi tutela il corretto svolgimento della vita accademica di mettere da parte ogni pulsione antisemita per rispettare invece il diritto allo studio di tutta la popolazione studentesca.

Eleonora Tiribocchi

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