Si è classificata terza al concorso per entrare nella polizia locale di Cesena, insieme ad altri colleghi. Alla fine dei dodici mesi che avrebbero trasformato il contratto di formazione in una vera e propria assunzione a tempo indeterminato non è “stata assunta solo perché giovane e bella“. Così la 27enne si è rivolta al tribunale del Lavoro ma il comune e il comandante dei vigili respingono l’accusa: “Perché mai avremmo dovuto escluderla per la sua bellezza?”.
Oggi martedì 20 dicembre c’è stata la prima udienza e il giudice del Lavoro si è riservato di decidere sul ricorso d’urgenza presentato dalla 27enne che ha fatto causa al comune di Cesena sostenendo di essere stata esclusa dalla selezione per diventare vigile urbano per via della sua avvenenza fisica. Ad anticipare la notizia è stato il Resto del Carlino. In mattinata la giovane, accompagnata dal suo legale Matteo Pavanetto, si è presentata davanti al giudice chiedendo il reintegro nel posto di lavoro. Nel ricorso contro il Comune di Cesena il legale ha affermato che la sua cliente “è stata vittima una gravissima discriminazione di genere”.
La 27enne è stata selezionata oltre un anno fa per diventare vigile urbano con un contratto a tempo determinato, classificandosi al terzo posto. Alla scadenza dell’anno di contratto tutti, uomini e donne, debbono sottoporsi alla valutazione finale di una commissione per trasformare il contratto a tempo indeterminato. Degli aspiranti vigili tutti superano l’esame finale, tranne la 27enne. Secondo la commissione esaminatrice, presieduta dal comandante dei vigili urbani di Cesena Andrea Piselli, l’aspirante vigilessa non avrebbe “raggiunto le competenze tecniche necessarie per svolgere il servizio in autonomia”.
La difesa della 27enne sostiene invece che alla base dell’esclusione sarebbe stata fatta della discriminazione. “Al termine della prova il comandante Piselli le avrebbe comunicato che a suo parere, data la sua avvenenza, subiva il fascino della divisa, che con il sorriso non avrebbe ottenuto gratificazione dagli utenti, alludendo, de facto, che sarebbe stato meglio dedicarsi ad altre attività a lei più consone. Battuta salace cui la signora vigilessa rispondeva da parte sua zittendo il comandante, comunicandogli che il lavoro per il quale ha studiato è quello dell’agente di polizia locale e non di modella”. Lei, ora senza lavoro, si dice “moralmente distrutta”.
Quindi il ricorso davanti al giudice del lavoro. Sia il comandante dei vigili urbani sia il Comune di Cesena, respingono l’accusa: “Ma perché mai avremmo dovuta escluderla per via della sua bellezza? Io non facevo parte della commissione — afferma il sindaco Enzo Lattuca —, ma c’è stata una valutazione tecnica da parte di un organo terzo. Come sindaco non ci sto a questa rappresentazione della nostra amministrazione come se fosse fatta da vecchi bavosi e maschilisti. Basti dire che su 587 dipendenti comunali, 386 sono donne. E ancora il 45% dei nostri dirigenti e capi settore sono donne”.
