“Sono stato fortunato. Mi ci vorrà tempo per realizzare quanto è accaduto”. Così Roberto Nicoli, 39 anni, cerca di mettere insieme i ricordi di qui drammatici istanti in cui la spensierata vacanza a Tel Aviv si è trasformata in un incubo. Venerdì sera mentre con un gruppo di amici italiani passeggiava sul lungomare all’improvviso un’auto è piombata sulla folla. Ancora gli investigatori stanno cercando di ricostruire la dinamica esatta di quello che sembrerebbe un attentato che è costato la vita a un altro italiano, Alessandro Parini, 35 anni. In quegli istanti di follia, nello stesso luogo c’era anche Roberto, colpito dall’auto in corsa ma miracolosamente rimasto solo ferito.
“Stavo passeggiando e all’improvviso ho visto una macchina bianca sfrecciare, veniva proprio verso di me, volutamente. Mi ha preso in pieno. Non ho avuto il tempo di reagire, non ho potuto fare nulla”, ha raccontato Roberto in un’intervista a Repubblica. Era in vacanza da mercoledì, per la prima volta in Israele. Vive a Bergamo dove insegna tedesco. Ha riportato una gamba rotta, una frattura scomposta, tibia e perone, è stato operato sabato nell’ospedale di Tel Aviv dove è ricoverato.
“Stavo camminando sul marciapiedi sul lungomare, ero con un gruppo di amici. Eravamo in un posto dove si esce la sera, si passeggia, è un luogo molto animato anche di giorno. A un certo punto ho proprio visto quell’auto puntare verso di me. Non era uscita di strada per qualche motivo, l’ha fatto volontariamente. L’auto ha poi proseguito la sua corsa ma io ero a terra. Sono rimasto comunque vigile, ma la botta è stata violenta”, ricorda a Repubblica. Subito i suoi amici lo hanno soccorso, il giovane ricorda che c’era molto sangue e tutti erano atterriti: “Non ho avuto il tempo di pensare”. Dell’altro italiano chiacciato dall’auto, Alessandro Parini, ha saputo solo dopo. “Credo sia stato investito dopo di me”.
Roberto racconta dell’assistenza ricevuta dall’Italia immediatamente ma soprattutto di tutto l’affetto e la vicinanza che sta avendo ora che è ricoverato a Tel Aviv. “Oltre alle cure, impeccabili, medici e infermieri sono tutti molto solidali con me – racconta – Ma mi arrivano messaggi anche da sconosciuti”. E conclude: “Ho ricevuto bigliettini di vicinanza da varie persone che vivono qui a Tel Aviv e sono rimaste sconvolte dall’attentato. Una signora mi ha fatto avere un messaggio di forte vicinanza e un augurio di pronta guarigione. Tutto questo affetto mi ha molto colpito. Ora però vado a riposare, devo ancora realizzare quel che è successo e ci vorrà tempo”.
