Il legislatore italiano ha, nel corso degli anni, dato sempre maggior rilievo alla capacità di autodeterminazione dell’individuo, sia dettando norme specifiche per la protezione dei Soggetti Vulnerabili attraverso contratti ad hoc, sia riconoscendo il diritto di ogni persona di decidere consapevolmente come gestire la propria salute, in vista di una possibile incapacità futura.
Attraverso l’utilizzo di strumenti come il trust, il vincolo di destinazione ed il contratto di affidamento fiduciario è oggi possibile per un soggetto capace, assicurare ai propri cari, affetti da disabilità grave, assistenza morale e materiale per il tempo in cui lui non ci sarà più. Vediamo come.
Con il Trust, ad es. il genitore (Disponente) può garantire al proprio figlio disabile (Beneficiario) una rendita, trasferendo la proprietà di tutti o parte dei propri beni, ad un Trustee che, sotto la vigilanza di un Guardiano nominato dal Disponente, assume l’obbligo di amministrarli a vantaggio del Beneficiario. I beni trasferiti al Trustee costituiscono un patrimonio separato e non rientreranno nella successione ereditaria dello stesso né sono aggredibili dai suoi creditori. Sono dunque amministrati e conservati nel solo interesse del Beneficiario.
Analogamente, con il Vincolo di Destinazione, il Costituente vincola alcuni beni a beneficio di un soggetto vulnerabile (Beneficiario), nominando un Gestore che, sotto la vigilanza di un Soggetto Preposto al Controllo, utilizza i beni vincolati nell’interesse del Beneficiario, senza acquistarne mai la proprietà. Con il Contratto di Affidamento Fiduciario, il Fiduciante trasferisce la proprietà dei suoi beni o diritti al Fiduciario, affinché questi li gestisca nell’interesse del Beneficiario (Disabile Grave), sulla base di un programma prestabilito e sotto l’osservanza di un Controllore nominato dal Fiduciante.
Strumenti tutti che consentono una protezione delle persone affette da disabilità grave, attraverso l’utilizzo di un contratto e senza dover necessariamente ricorrere alla nomina di un tutore, curatore o amministratore di sostegno. Come detto, la valorizzazione della capacità di autodeterminazione è alla base anche dell’intervento legislativo che ha portato nel 2018 all’introduzione del testamento biologico, con cui si è reso possibile dare indicazioni sui trattamenti sanitari da ricevere o da rifiutare nei casi in cui si trovassero in condizioni di incapacità. La medesima istanza è anche alla base della proposta, avanzata dal Notariato Italiano, volta ad introdurre l’istituto del mandato di protezione, che consentirebbe al soggetto capace (Mandante), di individuare chi (Mandatario) e sulla base di quali direttive, si prenderà cura di lui e del suo patrimonio per il tempo, futuro ed eventuale, in cui non sarà in grado di provvedervi da solo.
Sono tutti questi passi decisivi verso un sempre maggiore riconoscimento dell’autonomia privata e della libertà individuale a tutela della dignità e piena inclusione delle persone più deboli.
