Il Teatro San Carlo è al centro delle polemiche per lo spettacolo che andrà in scena lunedì 4 aprile. Sul palco sono previsti ballerini ucraini e russi che si esibiranno insieme in segno di pace. Uno spettacolo che da giorni è sold out che prevede una raccolta fondi per l’Ucraina. All’inizio si intitolava “Ballet for Peace”, poi è scoppiata la polemica e con esso il caso diplomatico: “Dopo la strage di Bucha non si può ballare con i russi”, ha detto il console generale dell’Ucraina a Napoli Maksym Kovalenko. E così, nonostante le buone intenzioni, lo spettacolo ha cambiato nome in “#StandWithUkraine – Ballet for Peace”.
Mentre il console Ucraino parlava con la stampa e ribadiva la sua contrarietà allo spettacolo della serata, i ballerini ucraini, che stasera si esibiranno al Teatro San Carlo di Napoli insieme ai colleghi russi hanno ricevuto minacce da conterranei, come riportato dall’Ansa. Minacce che hanno raggiunto i ballerini e le ballerine sui loro cellulari personali con messaggi diretti e sulle proprie pagine dei social network. I messaggi chiedono loro di non partecipare allo spettacolo del San Carlo insieme ai russi. Gli artisti, al termine delle ultime prove generali di questa mattina, non hanno espresso alcuna volontà di non partecipare allo spettacolo, facendo anche foto con i colleghi russi.
Il console Kovalenko in mattinata ha parlato alla stampa rimarcando le sue posizioni ferme sullo spettacolo: “Al momento – ha detto – non è possibile alcuna attività sportiva o culturale con i russi, anche se sono contro la guerra; soltanto dopo la fine delle ostilità potremo riprendere un dialogo”. E nello spiegare le sue ragioni ha mostrato alla stampa le foto agghiaccianti del massacro di Bucha. “Eventi culturali con russi e ucraini insieme sono assolutamente non accettabili per i nostri concittadini” ribadisce.
Ritenuto una mancanza di rispetto il possibile abbraccio sul palco tra le star (era già accaduto al san Carlo il 26 febbraio, tra il soprano ucraino Liudmyla Monastyrska e il mezzosoprano russo Ekaterina Gubanova al termine dell’Aida, con commozione generale), sul caso sarebbe intervenuto anche il ministro della cultura ucraino. Il timore sarebbe quello di una strumentalizzazione del messaggio di pace a favore della propaganda russa.
“Ciò che sta succedendo in Ucraina è un crimine militare – ha continuato il console – La prima e la seconda guerra mondiale sono cominciate come la guerra contro l’Ucraina. Nel periodo della Seconda guerra mondiale, ricordiamolo, non vi era nessun evento culturale tra Germania fascista e altri paesi. Adesso non possiamo accettare nessun evento dove ci sono i russi”. È circolata anche la voce che alcuni ucraini potrebbero manifestare fuori al Massimo. “Abbiamo una comunità grandissima a Napoli, 25mila persone e abbiamo anche tanti profughi ucraini che avevano parenti anche a Bucha, Irpin, città distrutte, dove si trovano tanti morti – aggiunge il console -. Molti ucraini che vivono qui sono molto arrabbiati. Non sappiamo se ci sarà o no la manifestazione. Noi siamo a Napoli e rispettiamo tutte la leggi italiane. Se sarà possibile organizzare una manifestazione allora ci sarà. Gli ucraini sono molto arrabbiati, preoccupati”.
Sullo spettacolo organizzato per raccogliere fondi in favore del popolo ucraino Kovalenko ribadisce: “Per adesso i ballerini devono prendere la loro decisione. Abbiamo una posizione molto netta. Anche i russi prendano la loro decisione, ma non possono usare questa guerra per le loro attività culturali. Non è accettabile fare eventi culturali non i russi”. E ancora: . “Non possiamo fermare uno spettacolo – aggiunge -, ma ognuno ha responsabilità, ogni istituzione, ogni persona importante sul piano della cultura e dello sport, non possiamo dire loro di fare o non fare eventi. Però in periodo di guerra non possiamo fare nessuna collaborazione tra ucraini e russi”.
Nonostante alcuni dei ballerini russi che si esibiranno al massimo abbiano pubblicamente preso le distanze dalla guerra per Kovalenko non basta: “I ballerini sono contro la guerra? – ha detto – Non ho visto nessuna informazione, dai ballerini russi. Non solo per il San Carlo ma anche in altri teatri presentare una lettera aperta per Putin o per le rappresentanze diplomatiche russe in Italia in cui affermano di essere contro la guerra. Per noi queste persone usano la bandiera Ucraina e la guerra per presentare i loro eventi. Non è accettabile. L’83% dei russi supporta la guerra”.
Si esibiranno Olga Smirnova, una delle più grandi star della danza, che ha lasciato il Bolshoi di Mosca dopo aver denunciato l’invasione dell’Ucraina, e Anastasia Gurskaya, prima ballerina dell’Opera di Kiev, appena fuggita dalla guerra. In palcoscenico, tra gli altri: Iana Salenko, Dinu Tamazlacrau, Anastasia Matvienko, Denis Matvienko, Maria Yakovleva, Denys Cherevychko, Kateryna Shalkina, Oscar Chacon, Maria Kochetkova, Sebastian Kloborg, Oleksandr Ryabko, Silvia Azzoni, Timofej Andrijashenko, Nicoletta Manni, Katja Khaniukova, Francesco Gabriele Frola, Alexey Popov, Liudmila Konovalova, Stanislav Olshanskyi, Christine Shevchenko, Victor Caixeta.
L’iniziativa è stata organizzata da Alessio Carbone, ballerino che ha calcato i più importanti palcoscenici internazionali. “Quando li ho chiamati un mese fa i ballerini mi hanno detto ‘non possiamo far altro che ballare, è il nostro modo di esprimerci’. Questo spettacolo è il nostro modo di essere uniti in questa serata per dire stop alla guerra e abbracciarsi tutti insieme”, ha spiegato intervistato dall’Agenzia Dire.
“Ho sentito io stesso ieri il console – aggiunge l’ancien premier danseur dell’Opera di Parigi intervistato dalla Dire – e capisco la sofferenza incredibile che questo popolo sta vivendo perciò non giudico le sue parole. Gli ho soltanto specificato che l’intento di questa serata è mandare fondi in Ucraina. Ovviamente – evidenzia – la parola Russia li fa rabbrividire e quindi mi ha chiesto come potessero esserci artisti russi sul palco e io gli ho specificato che siamo tutti amici, al di là della nazionalità, ci conosciamo da anni. Cosa facevo – si chiede Carbone – chiamavo solo gli ucraini, gli italiani, i brasiliani. Dobbiamo essere tutti insieme con un solo obiettivo. Piano piano abbiamo calmato le acque, ci siamo capiti, abbiamo aggiunto il nome ‘StandWithUkraine’ nel titolo proprio per fare un passo nella direzione del console che credo abbia capito l’intento di essere tutti insieme di questa serata”.
