Dopo l’esclusiva del Foglio, in cui si racconta della lite tra il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il dirigente nazionale del Pd, Goffredo Bettini, arriva il passo indietro. L’ex senatore della Repubblica, attraverso una lettera, annuncia le sue dimissioni dal Cda della Festa del Cinema di Roma.
La mossa potrebbe essere letta come un tentativo di dimostrare che Bettini non è il manipolatore della spartizione culturale della Capitale. Ma soprattutto, l’intento è quello di smarcarsi dal trio di colleghi che si sta scontrando sulle nomine di enti e fondazioni culturali: il ministro della Cultura, Dario Franceschini, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Gualtieri.
In una lettera pubblicata su Facebook, in risposta a un articolo apparso su Il Foglio, Bettini smentisce quanto ha scritto il giornale diretto da Claudio Cerasa. “Tutto il mondo sa che ho contribuito a proporre e difendere Ignazio Marino, pur dissentendo con alcuni aspetti della sua condotta. Per questo ho pagato anche dei prezzi salati. Non ho avuto alcun ruolo nella sua caduta”, ribadisce l’ex senatore della Repubblica.
E sullo scontro con il primo cittadino di Roma, Bettini sottolinea di non aver auspicato alcuna fine per il ruolo ricoperto da Gualtieri. “Anche in questo caso mi sono speso in modo del tutto disinteressato per dare a Roma un sindaco degno e capace che sta facendo molto bene e che gode della mia stima più assoluta. E che ho ripetutamente sollecitato, si può chiedere a lui, di marcare nei confronti di tutti la sua autorevolezza e autonomia”.
L’intervista a La Stampa
Ma è con in un’intervista rilasciata a La Stampa che il dirigente nazionale del Pd commenta le polemiche sorte a seguito di alcuni retroscena giornalistici sulla lite con il sindaco di Rome Gualtieri in merito agli assetti delle aziende culturali della Capitale.
“È assurdo solo pensare a una lite tra me e Gualtieri. Ho una solidarietà politica e un’amicizia personale con lui che dura da decenni. L’ho sostenuto più di altri nella sua corsa per il Campidoglio – ha detto Bettini – Sta lavorando bene. Gli ho raccomandato, semmai, di agire sempre con autonomia e autorevolezza. I veleni appartengono a chi è stato sconfitto. Ho dato dimissioni da Cda Festa del cinema per evitare minima influenza indebita su futuri assetti”.
E poi ha ribadito l’infondatezza della frase riportata ieri dal Foglio, ‘Gualtieri attento che ti faccio fare la fine di Marino’ che è, per Bettini, totalmente falsa. “Può immaginarla solo chi non conosce la storia di Roma. Ho contribuito a proporre e difendere la candidatura di Marino contro una grande parte degli apparati del partito romano di allora”, spiega.
“La sua caduta (quella di Marino, ndr), anche nelle forme assai poco convenzionali attraverso le quali è avvenuta, fu una ferma decisione del gruppo dirigente nazionale che a quei tempi era guidato da Renzi. Piuttosto – prosegue – per Marino ho pagato dei prezzi salati. E’ incredibile come si tenti di capovolgere la verità. La email a Gualtieri, Zingaretti e Franceschini per dimettermi dal cda della Festa del cinema l’ho scritta proprio per sottolineare la volontà di non occuparmi della nuova organizzazione delle istituzioni culturali di Roma”.
E intervenendo sul suo ruolo come capo della realtà culturale capitolina, dice: “Ho fondato e diretto per anni la Festa del cinema e l’Auditorium, in questi anni non mi sono occupato minimamente di queste splendide ‘creature’, alle quali sono legato sentimentalmente. Ogni mio giudizio sarebbe, infatti, condizionato dagli straordinari ricordi del passato. Per questo ho anche chiesto di essere sollevato dal compito di rappresentare l’Istituto luce nel Cda della Festa del cinema. Per evitare anche la minima influenza indebita sull’assetto che la riguarderà”, ha concluso, ribadendo la sua intenzione di continuare a essere consigliere nel Cda di Istituto Luce ma rinunciare al ruolo di rappresentante dello stesso nell’organizzazione della Festa del Cinema di Roma.
“Scontro nel Pd è ritorno a vecchi metodi sinistra”
Sul tema è intervenuto anche il senatore Maurizio Gasparri, commissario romano di Forza Italia. “Lo scontro sulle poltrone in corso all’interno del PD a Roma ci conferma alcune cose. Intanto la natura di quel partito che fa della gestione cinica del potere il suo core business. Vorremmo poi sapere chi ha partecipato in Campidoglio a una riunione spartitoria che avrebbe visto impegnati Sindaco, ma anche membri dell’attuale governo. Con quale legittimità e con quali ruoli le persone citate dai giornali sedevano attorno a un tavolo impegnato in una più che discutibile lottizzazione”, afferma in merito a quanto accaduto in Campidoglio durante la riunione del 26 novembre sulle nomine dei consigli di amministrazione, presidenze di società partecipate, che fatturano milioni di euro in una Roma fatta di intrecci e relazioni.
“Lo scontro poi Gualtieri-Bettini conferma la realtà dei fatti. Bettini si ritiene il ‘puparo’ manovratore di tutte le decisioni del PD romane e non solo. Gualtieri deve faticare per affermare il suo ruolo di sindaco. Questi fatti ci dimostrano che sarebbe stato bene battere il PD per impedire per Roma, dopo la parentesi catastrofica grillina, il ritorno ai vecchi metodi della sinistra che non hanno mai prodotto buoni risultati per la città. Su questo deve riflettere anche il centrodestra, che se non avesse seguito ipotesi deboli oggi sarebbe alla guida della Capitale. Mentre invece il gioco a ribasso ci ha condannato a una dura sconfitta”.
