Concludiamo oggi la mini-serie di interviste per i candidati al collegio uninominale della Camera Lazio 1 U02. Il format di queste interviste è stato lo stesso per tutti i principali candidati allo stesso collegio uninominale: 7 domande di politica o attualità, alcune uguali per tutti, altre no, il più scomode possibili e calibrate su ciascun candidato del collegio uninominale Lazio 1 U02, e una domanda di storia. Hanno risposto Enzo Foschi per il centrosinistra, Simonetta Matone per il centrodestra, Raul Mordenti per Unione Popolare e Manuel Tuzi per il M5S.
Il candidato di Azione e Italia Viva si chiama Fabio Dionisi, classe 1963. E’ un sottoufficiale dei Carabinieri in congedo che poi ha lavorato per la Tim. Dal 2006 al 2013 è stato consigliere municipale per il PD e ha ricoperto anche la carica di Assessore municipale di Roma 3 ai Lavori pubblici, Mobilità, Riqualificazione delle periferie. Dionisi, ricevute le domande, è l’unico candidato di questo collegio che ha preferito non rispondere. Ha dichiarato, in un messaggio Whatsapp inviato al vostro giornalista: “Ho letto le domande ma sono molte ed anche a mio avviso fuori contesto. Io ti posso mandare un riassunto mio personale del mio passato ed alcune risposte sul programma elettorale”.
Naturalmente, come sanno tutti gli uomini pubblici, le domande di un’intervista le decide il giornalista, non l’intervistato. L’intervistato — se può e se ritiene — risponde alle domande. Che sì, possono essere di difficile risposta, se il giornalista le ha poste in modo efficace. D’altro canto questa mini-serie di interviste ai candidati del collegio uninominale Lazio 1 U02 serviva proprio a conoscere meglio i candidati dei principali schieramenti e a soppesarne l’adeguatezza a ricoprire un incarico politico così importante quale quello di Deputato della Repubblica. Va da sé che chi rifiuta di rispondere alle domande di un giornalista — domande per altro ricevute non a bruciapelo davanti a un microfono, ma con la comodità di poterci ragionare su e spedire via email — non appare idoneo a ricoprire alcuna carica pubblica.
Paradossale poi che questo tipo di chiusura verso la stampa provenga da un candidato di uno schieramento che si vanta di essere liberale, democratico e si ispira ai principii del socialismo-liberale e dell’azionismo. Forse Dionisi farebbe bene a chiedere al suo leader Carlo Calenda se questo suo comportamento è ammissibile. E magari potrebbe leggere cosa pensava il fondatore dell’azionismo Calamandrei della libertà di stampa e del diritto al lavoro, anche dei giornalisti: “Io credo che si debba francamente affermare che la libertà non vuol dire soltanto libertà giuridica negativa (di coscienza, di stampa, di riunione, di religione ecc.), ma vuol dire anche libertà economica positiva (diritto al lavoro, diritto alla casa, diritto all’assistenza medica, diritto all’assistenza di vecchiaia, diritto alla scuola). Bisogna considerare come i nemici della libertà, come partiti non permessi, quelli che negano queste libertà positive, senza le quali quelle negative non hanno senso.” [Diari, 20 febbraio 1943].
Infine, una delle qualità di un candidato, stando all’etimologia del termine, è poi il candore, inteso come simbolo di purezza – segno palese ed esteriore di specchiate ed irriflesse qualità morali. Chi si candida a governare il Paese ha dunque l’obbligo morale e politico di lasciarsi conoscere dai suoi elettori. Qui entra in gioco la libertà di stampa, protetta dall’articolo 21 della Costituzione. Un candidato deve sempre sottoporsi allo scrutinio di un giornalista che lo vuole intervistare. Non può scegliersi le domande o decidere come organizzare l’intervista: per quello ci siamo noi giornalisti. Quindi, pubblico le domande spedite a Fabio Dionisi il giorno 14 settembre, giudicate “molte” da Dionisi, nonché “fuori contesto”. Giudicate voi, cari lettori, se lo erano. Al vostro giornalista resta il dubbio che il candidato Dionisi non sapesse come rispondere, nemmeno potendoci ragionare su con calma.
1) Qual è il suo giudizio su Mario Draghi come premier, oltre che la sua Agenda e il suo metodo?
2) Caro-bollette: cosa propone di fare nel breve, medio e lungo periodo?
3) Azione e Italia Viva sono già parte di un unico gruppo politico al Parlamento Europeo, Renew Europe. I due partiti vanno verso la fondazione di un partito unico dopo le elezioni? Se sì, come crede si dovrebbe chiamare? E chi dovrebbe guidarlo, Calenda o Renzi o una terza figura, magari femminile?
4) Nell’ultimo anno e mezzo Carlo Calenda ha più volte dichiarato in pubblico di disprezzare politicamente Matteo Renzi e il popolo della Leopolda. Le accuse si sono incentrate soprattutto sulla partecipazione di Renzi a conferenze di politica internazionale in giro per il mondo, ma non solo. I partecipanti della Leopolda sono stati definiti come persone acefale che sostengono qualunque cosa sostenga Renzi. Lei condivideva quelle affermazioni?
5) All’alleanza in lista unica di Italia sul serio si è arrivati, sembrerebbe, di sponda dopo il fallimento dell’alleanza fra Azione e il PD. Come pensa che oggi l’offerta politica di Italia sul Serio risulti credibile agli elettori?
6) La legge sulle unioni civili fu una grande conquista quando venne approvata dal governo Renzi, ma nacque già molto in ritardo rispetto al resto della UE oggi appare del tutto anacronistica. È in favore di passare a una legge sul matrimonio per tutti, come già in Francia, Spagna e molti altri paesi UE? Se sì, come mai questo punto non è incluso nel programma di Italia Sul Serio?
7) Qual è il singolo punto del suo programma personale a cui tiene maggiormente? Con quale maggioranza immagina di scriverlo in Gazzetta Ufficiale?
8) [Domanda di Storia]: Cosa pensa del periodo del proibizionismo americano sull’alcol?
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