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Affidi e Adozioni: facciamo ordine

Avvocato, Giornalista Pubblicista e Presidente "Consiglio per la Parità di Genere"
Affidi e Adozioni: facciamo ordine

Dietro agli affidamenti e alle adozioni c’è un bambino che viene tolto alla propria famiglia d’origine per gravissime ragioni, quelle stesse con le quali i nuovi genitori dovranno fare i conti.

E’ stato forte e chiaro il messaggio trasmesso venerdì scorso 7 febbraio dalla Sala del Refettorio della Camera dei Deputati in Roma in occasione della presentazione della prima opera letteraria giuridica dell’Avvocato Cinzia Capone, avvocato a tutela di donne e famiglie del foro di Benevento nonché vicepresidente dell’Associazione nazionale “Consiglio per la Parità di Genere” per la promozione dell’empowerment femminile

L’affidamento minorile e l’adozione nell’ordinamento giuridico italiano” questo il titolo del testo, edito da Aracne Editrice, a lungo elogiato da tutti i presenti, in primis l’Onorevole Simonetta Matone, il Magistrato Sergio Cutrona, il Professore universitario Andrea Genovese, il Giudice Onorario Raffaele Focaroli e il Giornalista, e moderatore, Emilio Albertario.

Inequivocabile la complessità del lavoro del Giudice minorile nel contemperare situazioni complesse dove l’unica “cometa-guida” è il benessere del minore anche a scapito dei desiderata degli adulti. Oggettiva la frenesia temporale che non permette di procrastinare attenzioni ai disagi di bambini che, una volta diventati maggiorenni, non potranno essere più “salvati” ma solo puniti innanzi alle loro fragilità consolidate col debole auspicio della rieducazione carceraria.

Interessante il dibattito fra l’Avvocato Capone e le parti al tavolo: magistrati, politici ed accademici, tutti coinvolti, seppur con ruoli differenti, nello stesso fine corale.

In Italia, ne ha ricordato anche l’Onorevole Matone, la materia degli affidamenti e delle adozioni è spesso bistrattata da interessi contrapposti e da emozioni “di pancia”: si grida ai diritti degli adulti, single o coppie che non hanno avuto figli naturalmente, dimenticandosi ampiamente che l’adozione non è un istituto finalizzato a colmare un vuoto. Tutt’altro, men che meno l’affidamento che, in quanto tale, nasce come aiuto temporaneo ad un minore solo e in difficoltà.

Non piace sempre chi mette ordine ed è incredibile prendere atto, ne è emerso durante l’incontro, che i Magistrati minorili siano tra i più minacciati e destinatari di pressioni. Secondi solo a quelli dedicati a combattere la malavita.

C’è un tema poi che è stato da tutti i presenti ribadito seppur non esplorato e non esplorabile in quell’occasione e certamente non senza un’adeguata indagine psichica-medica: pare proprio che dopo l’adozione di un bambino da parte di una coppia sterile, questa sovente si “sblocchi” e poi inizi a figliare naturalmente (e quando questo “sblocco” avviene prima del perfezionamento reale dell’adozione i Giudici, e talvolta anche la coppia, interrompono il completamento dell’iter adottivo).

In tempi di grave denatalità e dell’incremento delle infertilità di coppia, questa dovrebbe essere un’indagine prioritaria sul tavolo degli esperti del settore e invece viene consegnata alle prassi, alla formazione culturale individuale come fosse un segno divino, una scelta del fato o una pura coincidenza.

Temi di assoluta importanza dove ogni contributo costituisce un tassello prezioso, così come questa opera letteraria che ricalca le forme degli istituti giuridici più sensibili che riguardano la vita dei bambini.

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