E’ arrivato il 2025 e con gli auguri “di buon principio” quello che festeggiamo è il rinnovamento, una sorta di morte dell’anno prima e rinascita del nuovo che assomiglia un po’ al riscatto dopo una fine, alla speranza di buone novelle dopo la scoperta di quelle dell’anno prima, al ritrovato incanto dopo il praticato disincanto. E questo vale sia sul piano generale che su quello individuale.
Sì perché se un detto recita che “non può essere più buio di mezzanotte” è anche vero che dopo, se la sofferenza non è stata troppo struggente, c’è la rinascita, un processo che non ha segreti né tempi ma una sola grande luce in fondo al tunnel: le passioni, l’amore per sé stessi e per gli altri, per la natura, per le passioni riscoperte, per conoscere il mondo e le sue bellezze.
Dal dolore ci si allontana, il cuore e la mente non restano mai dove si è consumata la sofferenza ma vanno altrove a svelarsi, compiersi, dimostrarsi che per quanto le difficoltà possono aver fatto male, non sono state capaci di interrompere. Rifiorire passa dalla riabilitazione dell’anima come quella fisica che, dopo mesi di tiepida pastina, riscopre il sapore del cibo, la dolcezza di una fragola, la croccantezza di una mela, i profumi della tavola.
Ugualmente la ripresa dell’anima amplifica i sogni e le emozioni paiono più nitide, intense, attraenti, impossibile da non seguire. Capodanno è la rinascita laica del calendario come la Santa Pasqua quello delle feste cattoliche con la Resurrezione di Cristo dopo il tradimento degli uomini; dopo la violenza, il dileggio, le ingiustizie. Accanto a lui la madre, ferma, immobile in un pianto composto. Ricorrenze che in entrambi i casi non celebrano la fine ma la ripresa.
Del pari, guardo i sorrisi di chi torna a rivivere dopo un lutto, un dolore, un dispiacere e rivedo la circolazione dell’amore nelle braccia cianotiche, guance contrite che si distendono in larghi sorrisi, muri invalicabili che si fanno porte e penso a quanto sia meraviglioso tornare a vivere con la fiducia nel domani, a riscoprire la forza d’animo dopo lo scoramento che ne ha livellato le attese e quanto la realizzazione, personale e professionale, sia l’antidoto della rivalsa di giornate che non sono sempre gentili.
Penso a quanto sia utile curare le proprie passioni, un hobby o la dedizione al prossimo perché se la vita talvolta è traditrice e ingannevole, le nostre passioni, no. Loro non ci tradiscono mai.
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