Frutta e verdura non crescono sul banco del supermercato. Ce ne siamo accorti durante la pandemia di Covid 19. La carenza di braccianti stranieri, bloccati nei loro paesi, ha creato una crisi di disponibilità dei prodotti. E se ne sono accorti anche gli inglesi, lo scorso anno, quando le condizioni metereologiche di Spagna e Marocco hanno costretto alcuni centri commerciali a contingentare gli acquisti.
La maggior parte di noi non sa da dove vengano i prodotti che mette nel carrello della spesa. Eppure, se guardiamo bene, troviamo etichette che lo chiariscono. Si tratta spesso di prodotti che hanno viaggiato per migliaia di chilometri. Come l’uva in inverno che può venire dal Cile, l’aglio dalla Cina e le pesche dalla Nuova Zelanda. Così come non conosciamo la provenienza di un prodotto, non ci preoccupiamo nemmeno di capire quale importanza possa avere per l’economia di un paese. Per la testata di Telos A&S PRIMOPIANOSCALAc, abbiamo parlato del più amato dei prodotti, il cioccolato, con Erika Liriano, che ha fondato INARU con la sorella Janett. Obiettivo delle due sorelle è rendere la produzione e la distribuzione del cacao più equa e sostenibile.
“Oggi, soprattutto nella Repubblica Dominicana, il cacao è un prodotto importantissimo. Nella nostra economia, fondata in larga parte sul turismo e sull’agricoltura, il cacao assume un ruolo fondamentale. Si tratta di uno dei primi tre prodotti agricoli esportati dal paese. Il cacao è centrale sia per l’ambiente, che per l’economia. La maggior parte del cacao viene prodotto in aziende agricole di meno di 3 ettari e viene coltivato nel cosiddetto sistema agro-forestale. Nella Repubblica Dominicana, la produzione di cacao viene spesso vista come un modo per salvaguardare la biodiversità, poiché tradizionalmente non viene coltivato in piantagioni” racconta Erika Liriano.
Una precisazione importante, soprattutto dopo la denuncia dell’ong statunitense Mighty Earth, che ha pubblicato lo studio Dark Chocolate’s Secret. Secondo il dossier, una grande quantità del cacao utilizzato dalle aziende dei dolciumi veniva coltivata illegalmente nei parchi nazionali e in altri aree protette in Costa d’Avorio e Ghana (Il Fatto Alimentare).
La storia di Erika Liriano sveglia la nostra coscienza. Anche quando mangiamo il cibo degli dèi, dobbiamo chiederci da dove viene e qual è la sua storia. Dèi sì, ma consapevoli.
© Riproduzione riservata
