Gigi Proietti ci lascia un grande vuoto. Un vuoto di “ cultura”, soprattutto per la nostra Roma. L’idea di costruire un teatro elisabettiano all’interno di Villa Borghese è stata davvero geniale. Progetto poi accolto e realizzato dall’allora sindaco Walter Veltroni. L’inaugurazione del ”Silvano Toti Globe Theatre“ è avvenuta in un momento particolarmente significativo per Roma che ha festeggiato nel 2003 i cento anni di Villa Borghese gemellandosi virtualmente con la città di Londra, sede del famoso Globe Theatre.
Centinaia di persone, di cui tantissimi giovani, hanno affollato in questi anni il teatro di “assi” assistendo, soprattutto d’estate, a spettacolari edizioni delle commedie di Shakespeare. Immagini che rimangono nelle menti e nei cuori di chi ha frequentato il teatro: prezzi bassissimi, anche tre ore di fila per assistere a Re Lear e tante ragazze e ragazzi seduti sui cuscini. Altrettanto importanti le interviste di Proietti su Shakespeare che ricordavano di come nel poeta inglese ci fosse tutta la drammaturgia della tragedia greca e l’anticipazione della psicoanalisi di Freud. E Gigi è morto il giorno del suo compleanno come William. Segni del destino.
E portare Shakespeare ai giovani è l’emblema della sua vita di attore e di uomo. Alla cerimonia di commiato oggi proprio al Globe Theatre della sua Roma la parola che è ricorsa negli interventi di colleghi e allievi é stata “maestro”. Ecco, noi possiamo riempire quel vuoto lasciato dalla morte di Gigi Proietti facendo tesoro dei suoi insegnamenti di arte e di vita e, con la consapevolezza che il tempo che viviamo ha tanto bisogno di “ maestri”, ognuno di noi può essere maestro degli altri, soprattutto delle giovani generazioni, con impegno, studio, competenza, passione, stile di vita e amore per il prossimo. Ora il Globe Theatre prenderà il nome di Gigi Proietti e noi continueremo ad emozionarci per il “sor maestro”, come si dice a Roma.
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