I grandi eventi sono un problema o un’opportunità per i territori che li ospitano? Possono essere entrambe le cose, ma c’è stato un tempo nel quale sono stati considerati una zavorra.
Nel lontano settembre 2016 Virginia Raggi, sindaca di Roma del Movimento 5 Stelle, non si è presentata a un incontro con il presidente del Coni Giovanni Malagò. Tema della riunione era la candidatura della capitale per le Olimpiadi del 2024, che poi si sono tenute a Parigi.
L’allora numero uno dello sport aspetta 35 minuti e poi se ne va contrariato. La ragione della “buca” viene spiegata dalla stessa prima cittadina in una conferenza stampa: “è da irresponsabili dire sì”. Il timore del Movimento 5 Stelle era favorire la “lobby del mattone”, dando vita all’ennesimo progetto urbanistico lasciato incompiuto, dopo aver speso una valanga di soldi pubblici. Durante la conferenza stampa, su uno schermo passavano le immagini degli sprechi del passato. Tra questi, la faceva da padrona la Vela dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, progettata per i Mondiali di nuoto del 2009 e rimasta tragicamente incompiuta. Oggi, ben sedici anni dopo, il progetto è stato parzialmente recuperato. Ce lo ha raccontato il nuovo beniamino dei social Roberto Gualtieri, attuale sindaco di Roma.
Malgrado le argomentazioni di Virginia Raggi non fossero campate per aria, la grande rinuncia ha dato però un senso di disfatta ai romani e agli italiani. Non è avvenuto lo stesso per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, che l’Italia è riuscita a farsi assegnare. Ma, anche in questo caso, la catastrofe era dietro l’angolo: “Siamo soddisfatti dei progressi compiuti negli ultimi mesi. Due anni fa, le preoccupazioni riguardo alla realizzazione degli impianti erano notevoli. Quando sono arrivato, quasi nessun cantiere era stato avviato. Oggi, possiamo dire che siamo abbastanza soddisfatti dello stato attuale dei lavori. Sappiamo che tutte le opere saranno completate poco prima dell’inizio dei Giochi”. Sono le parole di Andrea Varnier, AD della Fondazione Milano Cortina 2026 dal 1° dicembre 2022, che abbiamo intervistato per PRIMOPIANOSCALAc di Telos A&S.
È estremamente difficile calcolare il reale ritorno economico dei grandi eventi. Ma sicuramente la rinuncia preventiva per deficit di organizzazione e onestà porta con sé una pessima idea di Paese, alla quale c’è il rischio di adeguarsi con mestizia e rassegnazione, invece di lottare per scrollarsela di dosso. Infatti, al di là delle cifre, bisogna mettere sul piatto della bilancia il messaggio che si sceglie di mandare. Insomma, dopo la stagione delle rinunce, la vera sfida degli amministratori di oggi è dire “sì”. E sopravvivere.
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