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La lobby spiegata dal punto di vista degli elefanti

La lobby spiegata dal punto di vista degli elefanti

Sono una lobbista. Ed è sempre difficile raccontare che lavoro faccio. La mia professione gode di pessima fama. È confusa con l’influenza sulla decisione politica o addirittura con la corruzione bella e buona. Inutile spiegare che una cosa è informare chi fa le leggi di quali siano le esigenze del settore produttivo del Paese e un’altra è chiedere favori dando qualcosa in cambio. La prima è un legittimo lavoro e la seconda è corruzione.

Recentemente, per la rubrica di Telos A&S Lobby Non Olet, abbiamo intervistato una serie di lobbisti internazionali: un inglese che lavora in Giappone, un tedesco-irlandese, un ispano-canadese, una turca. Tutti hanno condiviso con noi la difficoltà di spiegare il mestiere che svolgono.

Ayse Beyazit-Aricioglu, consulente turca, ha espresso la definizione più creativa, e allo stesso tempo precisa, del nostro lavoro. “Immaginiamo che un circo arrivi in paese. Se vuoi fare pubblicità, devi attaccare manifesti ovunque. Poi se hai anche un elefante che va in giro per il paese con i manifesti attaccati ai lati, questo è fare promozione. Poi se l’elefante entra nel giardino del sindaco e distrugge tutto e riesci a fare ridere il sindaco sull’accaduto, questo diventa pubbliche relazioni. Poi, alla fine, se illustri al sindaco i vantaggi di portare una proposta in giunta dove si dice che il circo è esente dal pagamento dell’imposta sull’intrattenimento, questo è fare lobby”.

Quello di Ayse Beyazit-Aricioglu è solo un esempio. Oggi, a mio avviso giustamente, in molti Paesi il circo con gli animali non è più visto di buon occhio. Questa considerazione ci porta a un altro caso di lobby. Nel 2017, è stata approvata la legge delega di riordino del settore dello spettacolo e, tra i criteri troviamo un breve comma che recita “revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse.” Piccolo ma grande comma dietro il quale c’è l’infaticabile lavoro delle associazioni per i diritti degli animali. Tuttavia, i decreti attuativi non sono mai stati adottati e la delega è scaduta senza attuazione nel dicembre del 2018. Nel 2022 viene approvata una nuova legge delega che, per la stesura del nuovo Codice dello Spettacolo, recupera i criteri indicati dalla precedente: ritroviamo infatti lo stesso identico comma e anche stavolta è necessario un decreto legislativo che lo attui. Ma l’aggettivo graduale è interpretabile e quindi, per definire un orizzonte temporale, il termine ultimo per la presenza degli animali è stato fissato al dicembre 2024. Le cose però si complicano perché  con l’approvazione del Milleproroghe del febbraio di quest’anno, viene disposta la proroga di 15 mesi dell’adozione del decreto legislativo. La LAV (Lega Anti Vivisezione) ha chiesto al Ministro Sangiuliano di accorciare i tempi. Conclusione: la LAV sta facendo un’operazione di lobby in favore degli animali selvatici costretti lavorare nei circhi.  Ecco la prova che la lobby è utile a tutti. Anche agli elefanti.

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