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La pacchia sarà finita, ma é anche l’ora della serietà

La pacchia sarà finita, ma é anche l’ora della serietà

Confesso di tifare per il nostro governo. Si, il governo Meloni. Perché tifo da sempre per il bene del nostro Paese.  Ed ho osservato con soddisfazione i primi riti di insediamento.

Sono rimasto commosso, da vecchio servitore in uniforme delle istituzioni repubblicane, nel vedere il Ministro della Difesa Guido Crosetto inginocchiato di fronte al Milite Ignoto.

Ho molto apprezzato anche le immagini del passaggio della campanella tra Mario Draghi e Giorgia Meloni. Ho trovato i sorrisi di entrambi, immortalati nelle foto, molto empatici e sinceri. La classe non è acqua, e quella di un signore come il Presidente Mario Draghi è una classe innata. 

Ricordo altri passaggi della campanella con smorfie astiose o sorrisi di circostanza. E mi ha fatto bene vedere le foto del passaggio di oggi. Che ho sperato da subito che fosse il simbolo di un nuovo modo di vivere le alternanze di governo senza demonizzazioni dell’avversario. Da parte dei vincitori come degli sconfitti.  É quella che si chiama “democrazia”

Ho quindi augurato ogni successo al nuovo governo che, oltre ad essere guidato, per la prima volta nella storia, da una donna che non ha bisogno di quote rosa per affermare la sua leadership, conta ministri di primissimo piano. Come quelli per gli Affari Esteri, Antonio Tajani, e della Giustizia, Carlo Nordio, che personalmente considero i migliori Ministri che Giorgia Meloni avrebbe mai potuto proporre al Presidente della Repubblica. 

Continuerò quindi a tifare per questo governo. Anche se sempre nel doveroso diritto-dovere di critica. Sale della democrazia. Ma prometto ai miei lettori che, da patriota italiano ed europeo, la critica, come per ogni governo di qualunque colore, sarà sempre costruttiva. Per l’Italia, come per l’Europa. Che considero le mie due patrie.

Ed è in questo spirito che oggi sento già di potermi complimentare con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per i suoi primi atti di governo. Messi in atto con la sobria fermezza e l’equilibrio di un vero servitore delle Istituzioni. A cominciare dallo sgombro pacifico, con mix di moral suasion e un pugno di ferro in guanto di velluto, del rave party di Modena.  

Confesso però di essere letteralmente indignato da certi atteggiamenti, ancora da triviale campagna elettorale, da parte del Ministro alle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Matteo Salvini, che ricopre persino l’incarico di Vicepremier. In uno dei numerosi post social di oggi, per celebrare l’ordine di sgombro del Ministro Piantedosi, non è riuscito ad astenersi dal postare lo slogan “la pacchia è finita”.

Mi chiedo quale valore aggiunto all’azione di governo, ed al bene di tutti i cittadini – nell’interesse dei quali, e non solo dei suoi elettori, dal momento del suo giuramento, deve operare – abbia un post del genere.

Mi chiedo inoltre quanto tempo gli rimanga a disposizione, per le doverose e onerose attività di governo, dopo la sua frenetica attività sui social. Nonostante il fatto che, vista la qualità di alcuni messaggi, slogan e videoregistrazioni, non sembrano essere troppo cronofage. Almeno in termini di preparazione e concezione. Né per lui né per i suoi social manager. 

Rivolgendomi innanzitutto a suoi più sobri compagni di partito, come il ministro Giancarlo Giorgetti o i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, mi chiedo se qualcuno non possa ricordare al Signor Ministro Matteo Salvini che ci sono cittadini, come ad esempio chi scrive, che si aspettano da lui e dal governo, solo fatti, serietà, tanto lavoro – in Italia e sui tavoli di Bruxelles – e meno atteggiamenti da stadio o da bar sport. Anche sui social.

Atteggiamenti che, l’esperienza del Papeete avrebbe dovuto insegnarglielo, sono solo regali per le opposizioni e per chiunque remi contro il governo ed il Paese.

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