Napoli ha bisogno di un sindaco del dialogo. Bisogna ricucire, sanare i conflitti e fare una sintesi necessaria per parlare alle persone e battere il centrodestra. Con la Regione Campania e con il Governo possiamo restituire alla Capitale del Mezzogiorno quel ruolo di interlocutore primario fortemente indebolito da anni di isolazionismo ed effimere proclamazioni di autonomia (finanche monetaria tanto per citarne una). Ma soprattutto con la città, la cui componente sociale va ben oltre i centri sociali. Bisogna confrontarsi con le realtà imprenditoriali, professionali, sociali. Con chi sta pagando duramente la crisi economica legata all’emergenza Covid-19 come le partite iva, gli artigiani e i commercianti. Con i ristoratori e il comparto del turismo. Con i comitati di quartiere e con le periferie.
Napoli ha bisogno di un sindaco che sia in grado di costruire intorno a sé una squadra forte e capace. In grado di recuperare questi ultimi anni di non governo che hanno fatto compiere alla città pericolosissimi passi indietro. C’è bisogno di una visione strategica, in particolare per ciò che riguarda i grandi temi della riqualificazione urbana. Bagnoli, Centro storico, Zona orientale, sono ferme al palo. C’è bisogno di una visione economica. Cosa indispensabile per un comune ormai da tempo sull’orlo del dissesto, che non ha saputo tessere rapporti istituzionali solidi per aiutare la città a uscire dalla crisi e non ha saputo coinvolgere imprenditori locali e, soprattutto, investimenti stranieri. C’è bisogno di una gestione dell’emergenza sanitaria e di politiche di sostegno agli ultimi che, purtroppo, sono stati lasciati soli in questa drammatica emergenza pandemica.
La politica allora dimostri di saper andare oltre gli accordi di partito e l’autoreferenzialità nell’individuare il prossimo candidato a sindaco. Faccia tesoro della recente esperienza alle regionali che ha portato alla costruzione di una coalizione ampia e rappresentativa che ha saputo vincere e convincere. Un’alleanza programmatica delle forze sane e delle migliori esperienze civiche della città che devono convergere su punti essenziali, chiari, precisi, intorno ai quali costruire la squadra di governo e il più autorevole rappresentante per tradurli in fatti concreti e non in vuoti proclami pseudo-rivoluzionari.
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