Bollettino Coronavirus, superate le 50mila vittime da inizio epidemia: 22mila nuovi casi e 630 morti

Contagi in drastico calo, così come i tamponi. Il bollettino diffuso oggi, 23 novembre, dal ministero della Salute segna numeri ‘minori’ dovuti al week end, quando i tamponi processati (e quindi i casi di positività) sono genericamente più bassi. Nelle ultime 24 ore si registrano infatti 22.930 contagiati con 148.945 tamponi, per un tasso di positività del 15,4% (+0,4%).

Resta drammaticamente alto il numero delle vittime, ben 630 i decessi in più rispetto a domenica: in Italia dall’inizio del monitoraggio sono 50.453 i morti per Covid-19, siamo il sesto Paese al mondo per numero di decessi.

Il numero di casi totali è invece salito a quota 1.431.795 persone, mentre le persone guarite o dimesse ad oggi sono 584.493 (+31.395).

Gli italiani attualmente positivi sono 796.849, in calo rispetto a ieri di 9.098 unità: di questi 3.810 sono in terapia intensiva (+9), mentre sono 418 i nuovi ricoveri nei reparti di degenza Covid.

Quanto al dato delle regioni, la Lombardia fa registrare il maggior incremento di nuovi casi con 5.289 contagi, seguita da Veneto (2.540), Emilia Romagna (2.347), Lazio (2.341), Campania (2.158), Piemonte (1.730), Toscana (1.323) e Sicilia (1.249).

27MILA MEDICI E INFERMIERI CONTAGIATI, 900 AL GIORNO – Una terza ondata “sarebbe insostenibile per i nostri ospedali”. Ne è convinto Walter Ricciardi, docente di Igiene dell’Università Cattolica di Roma e consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. D’altronde, il sacrificio dei medici in corsia e non solo è sempre più pesante. Sono già 212 i camici bianchi morti fra la prima e la seconda ondata in un bilancio che la Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, aggiorna di ora e in ora. Ed è sempre più tragico.

Secondo Ricciardi, in particolare, “la pressione è terribile in tutta Italia. Soltanto questo mese si sono contagiati 27mila tra medici e infermieri, 900 al giorno“. Il consulente del ministro Speranza avverte: “Se continua questa pressione, non solo rende impossibile curare i pazienti ma sguarnisce la prima linea”. Ne consegue che “è necessario limitare la mobilità. Bisogna fare tutte le cose che veramente servono ma per il prossimo mese tutto il resto deve essere limitato”.

Certo è che il Covid-19, che sta continuando a mietere vittime in tutto il mondo, non sta risparmiando la prima linea. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito dalla Fnomceo, 212 i camici bianchi che hanno contratto il virus e hanno perso la battaglia. Le ultime due vittime sono Piero Parietti, medico di medicina generale che lavorava come libero professionista di psichiatria, deceduto ieri, e l’ortopedico Carmelo Piscitello, che ha perso la vita oggi. E non solo. Fra i decessi registrati nelle ultime ore, ci sono anche quelli del diabetologo Luigi Pappalardo, del medico legale Raffale De Iasio e del dermatologo in pensione Luigi Cova.

In ogni caso, se la situazione ricoveri negli ospedali, negli ultimi giorni, è leggermente migliorata, il personale si trova a fare i conti con delle carenze che risultano pesanti. “Ad oggi mancano all’appello oltre 90mila infermieri per sopperire alla grave carenza di personale nella sanità pubblica italiana”, sono i numeri di Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato di categoria Nursing Up, il cui nuovo report fa emergere “dati davvero drammatici che vanno anche ben di là delle più negative previsioni”. Infatti, sottolinea De Palma, “non meno di 18mila infermieri hanno avuto bisogno di assentarsi dal posto di lavoro per periodi più o meno lunghi di malattia, tra gli oltre 28mila che si sono ammalati di Covid da fine gennaio in poi”.