Bonus psicologo 2022, 200mila firme per la petizione a sostegno del fondo bocciato dal Governo

Un’altra emergenza è nata dall’emergenza sanitaria: il disagio psichico. Tra restrizioni, lockdown, didattica a distanza e socialità ridotta, il malessere colpisce in particolare modo i ragazzi e i bambini.

La pandemia di Covid-19 ha dimostrato – e continua a farlo – come le diverse misure adottate dal governo per fronteggiare la diffusione del virus abbiano avuto un impatto decisivo sulla salute psicologica degli italiani. I cittadini, infatti, speravano che un fondo economico per il sostegno psicologico rientrasse nella Legge di Bilancio, che già vede coprire bonus di ogni tipo, dai rubinetti alle zanzariere, passando per le terme. Ma così non è stato.

Per la manovra 2022, la senatrice Pd Caterina Biti – prima firmataria dell’emendamento – aveva proposto di inserire un fondo da 50 milioni di euro “per aiutare economicamente le persone che decidono di rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra, uno psicoterapeuta”.
Ma la proposta, nonostante il sostegno bipartisan dei diversi partiti, non ha avuto il giusto spazio nella manovra. Per questo motivo è stata rilanciata una petizione online sulla piattaforma change.org a cui hanno aderito più di 200mila persone.

La petizione online ha lo scopo di chiedere al governo di non accantonare, dopo l’esclusione dalla Legge di Bilancio, il Bonus Salute Mentale (o Bonus Psicologo) e di inserirla nel primo provvedimento utile, come il decreto Milleproroghe, per andare incontro a un’esigenza immediata e pressante. Come si legge nel testo della petizione, la proposta prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dal’Isee. E uno più consistente e progressivo: 1600 euro annui per Isee da 0 a 15000, 800 euro annui per Isee da 15000 a 50000 e 400 euro annui per Isee da 50000 a 90000.

“Non un investimento sostitutivo rispetto al servizio pubblico, che pure andrebbe potenziato, ma una risposta di civiltà rispetto ai tantissimi che si rivolgono ai professionisti nel silenzio e nell’assenza di qualsiasi tipo di sostegno”, si legge nel testo.

Il disagio psicologico è in aumento dall’inizio della pandemia, soprattutto fra gli under 18. Molte persone non hanno potuto iniziare un percorso di aiuto psicologico o hanno dovuto interromperlo quasi subito per motivi economici. Nel 2021, secondo i dati dell’Istituto Piepoli, il 27,5 per cento dei pazienti che avevano intenzione di iniziare un percorso di salute mentale non ha potuto farlo per ragioni economiche. Mentre il 21 per cento è stato costretto a interromperlo.