Da ‘Bum Bum’ in campo, come lo chiamavano i tifosi per l’esplosività del servizio e l’abilità nel serve-and-volley, al botto in tribunale. L’ex campione tedesco di tennis Boris Becker, sei volte campione Slam, è stato condannato dalla giuria della Southwark Crown Court di Londra a 2 anni e mezzo di carcere per reati fiscali.

Il 54enne tedesco era stato giudicato colpevole all’inizio del mese di aprile di quattro capi di accusa e rischiava fino a sette anni di carcere. Il suo avvocato, Jonathan Laidlaw, ha tentato ogni carta per evitare che per l’ex campione di tennis si aprissero le porte del carcere, con una condanna sotto i due anni, ma la speranza è stata vana. Becker dovrà trascorrere in galera la metà della pena e solo successivamente potrà ottenere i domiciliari.

Il giudice Deborah Taylor ha annunciato la sentenza davanti a un Becker in vestito grigio e con una cravatta nei colori verde e viola di Wimbledon, accompagnato in aula dalla fidanzata Lilian de Carvalho Monteiroa e il suo primogenito Noah. Secondo l’accusa il tre volte campione di Wimbledon è responsabile di bancarotta fraudolenta: Becker ha trasferito centinaia di migliaia di sterline dopo il fallimento del giugno 2017 dal suo conto aziendale ad altri conti, compresi quelli della ex moglie Barbara e della moglie da cui si era separato Sharlely ‘Lilly’ Becker. Complessivamente, la cifra ritenuta oggetto di frode è di 2,5 milioni di sterline, pari a 3 milioni di euro al tasso attuale.

Non solo. L’ex tennista, poi diventato commentatore televisivo e anche allenatore del campione serbo Novak Djkokovic, è stato anche condannato per non aver dichiarato una proprietà in Germania e aver nascosto un prestito bancario di 825mila euro e azioni di un’azienda tecnologica. Becker è stato invece assolto da altri 20 capi di imputazione, comprese le accuse di non aver consegnato i suoi numerosi premi, tra cui due trofei di Wimbledon e una medaglia d’oro olimpica.

La strategia difensiva dell’avvocato Jonathan Laidlaw non ha funzionato: il legale di Becker ha chiesto clemenza nei confronti dell’ex campione, sottolineando come il suo cliente non avesse speso i soldi per uno “stile di vita sontuoso” ma piuttosto per il mantenimento dei figli, l’affitto e le spese legali e aziendali. Dall’inizio del processo inoltre Becker, ha ricordato in aula Laidlaw, ha subito “pubbliche umiliazioni” e non ha potenziali guadagni futuri.

Spiegazione che non ha convinto il giudice Taylor che, pronunciando la sentenza, ha sottolineato: “È da notare come lei non abbia ammesso la sua colpa e nemmeno rimorso. C’è stata da parte sua una totale mancanza di umiltà“.

Ad aggravare la posizione del campione tedesco, capace di vincere Wimbledon nel 1985 a 17 anni, da non testa di serie, è stata anche la sua recidività. Becker era già stato condannato in Germania per evasione fiscale, nel 2002.

La bancarotta che è costata oggi la condanna riguarda invece un prestito mai ripagato da circa 5 milioni di dollari ottenuto dall’ex tennista dalla banca Arbuthnot Latham nel 2013 per l’acquisto della sua villa di Maiorca, in Spagna. Becker ha poi dichiarato bancarotta, ma nascondendo asset mai dichiari alle autorità fiscale britanniche, tra cui un altro prestito e quote di una società.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia