Boris Nadezhdin escluso dalle elezioni presidenziali in Russia: l’oppositore di Putin che aveva promesso lo stop alla guerra

È stato inquadrato fin da subito come una pedina del Cremlino, autorizzato a presentarsi per conferire al plebiscito un’apparenza di democrazia. Ma è stato solo un’illusione mediatica.

C’è chi ha preso sul serio la candidatura di Nadezhdin, oppositore di Vladimir Putin ora escluso dalle elezioni politiche; inteso come uno di quei personaggi eccentrici tratti dai romanzi di Bulgakov. Giàdeputato alla Duma e attualmente consigliere comunale di Dolgoprudnyj, rinomata per l’Istituto di Fisica e Tecnologia, ha goduto del sostegno dei liberali di “Iniziativa Civica”.

La domanda respinta

Il suo personaggio politico – secondo i complottasti – sarebbe stato manovrato da Sergei Kiriyenko, un uomo d’apparato e vecchio amico. E se in un primo momento la Commissione per le Elezioni aveva accettato solamente dodici candidature di funzionari del Cremlino, tra cui quella del nativo di Tashkent, Uzbekistan, in molte sono state ritirate immediatamente per non disperdere i voti preziosi a favore di Putin.

La stessa sorte è toccata anche all’ultimo sfidante: il Comitato elettorale centrale ha infatti respinto la sua candidatura sostenendo l’irregolarità di oltre il 15 per cento delle firme che aveva presentato a sostegno della propria domanda.

La reazioni di Putin

Secondo i blogger della rete di Aleksei Navalny, Putin sarebbe stato notevolmente infastidito e preoccupato dal suo atteggiamento, non tanto per i voti che Nadezhdin avrebbe raccolto (già ottenuto trecentomila firme per la candidatura), tanto più per la sua opposizione alla guerra in Ucraina. Quest’ultimo si è mostrato infatti pronto a divulgare attraverso i media, informazioni riservate sul conflitto, inclusa la denuncia di russificazione forzata degli ucraini nei tre Oblast conquistati, con migliaia di bambini ucraini inviati in viaggi di propaganda lussuosi. Filmati, cifre e testimonianze destinate a rimanere occultati.