Conoscendo Giorgia Meloni, non credo proprio, anzi tenderei ad escludere, che sia stata sua l’idea e la richiesta, avanzata via chat (che ingenuità) in Fratelli d’Italia, di allestire un set di gente ‘festante’ che la accogliesse in modo trionfale sul luogo di una sciagura che non ammette certo passerelle, ma richiede anzi solo presenza, fermezza e proposte tese a portare sicurezza in una semi favela dell’orrore, che le vittime -particolare che mi ha colpito- non chiedono nemmeno di cambiare in meglio, ma di poter abbandonare. L’idea, ridicola, nemmeno da Istituto Luce, deve essere venuta a qualcuno dei suoi collaboratori, preoccupato da possibili contestazioni di percettori del reddito di cittadinanza che si sentono traditi da chi in fondo ha sempre promesso giustamente la sua abolizione. Gente che ha l’ansia di essere più realista del Re ma che finisce per danneggiare il Re.
Quando assistevo Silvio Berlusconi, ero quello che sosteneva che per dare il meglio bisognasse andare ospiti in tv dai propri nemici più che dagli amici. Perché il confronto spinge chiunque a dare il meglio, mentre un contesto amico a prescindere ti fa sedere e rendere di meno. Anche allora, intorno a me molti non concordavano. Facevano, appunto, i più realisti del Re. Facendo un torto alla persona che volevano blandire. Ma la comunicazione è una cosa seria. E in politica, serissima. E però si compone di due segmenti logici: uno è quello della proposta di sé stessi; come ci si pone, quel che si dice, e come lo si dice. L’altro è quello, più decisivo ancora, e figlio del primo, di come si è percepiti. Come la gente percepisce un fatto.
Chi lo dice che la percezione di una Premier che si reca sul luogo di un delitto atroce accolta da gente festante sarebbe stata positiva? Non lo sarebbe stata affatto. Chi ha detto che compensare anziché lasciar sfogare in un luogo simile, dopo un delitto simile, chi protesta per l’abolizione del metadone di stato, avrebbe causato un danno alla Meloni? Solo chi non capisce di comunicazione può fare un pensiero talmente banale. Io avrei pensato esattamente il contrario: che si sfoghino, i contestatori in astinenza da reddito di cittadinanza, e lo facciano in occasione di una visita che gronda gravitas. Sai che favore ci fanno, appena a casa si rendono conto di quale sia il contesto e quanto bestiale il capriccio di questi signori che lo ignorano usandolo anzi come palcoscenico per le loro oscene pretese? La Meloni avrebbe fatto un figurone a essere contestata, altro che.
Se fosse andata in porto l’idea, quasi blasfema vista l’occasione, proposta via chat in Fratelli d’Italia, a Giorgia Meloni avrebbe causato un grosso danno, e forse persino dato fastidio. Perché la liturgia specie nelle tragedie è cosa seria, e non si sfregia confondendo la presenza grave con una passerella, utile a chi poi, non si sa.
