Campania in zona arancione, riaprono negozi e i licei: ma Napoli e provincia restano da zona rossa per contagi

La Campania tornerà a partire da lunedì 19 aprile in zona arancione. È l’indicazione che la cabina di regia si prepara a fornire al ministro della Salute Roberto Speranza, che in serata o al massimo sabato firmerà l’ordinanza apposita.

Una decisione frutta del miglioramento dell’indice Rt, che ora ‘balla’ intorno all’1 (tra o.96 e 1.03) e dell’incidenza settimanale di casi di positivi per 100mila abitanti, arrivata a quota 238, sotto il limite dei 250. Ma i dati mostrano anche come è impossibile rilassarsi: Napoli e provincia restano infatti da zona rossa, con una incidenza di contagi di 252 casi ogni centomila abitanti.

Se quindi da un lato emergono dati positivi, dall’altro restano segnali di sofferenza. Nel bollettino diffuso giovedì dall’Unità di crisi regionale erano ancora 2.224 i nuovi casi, di cui 609 sintomatici, su 20.325 tamponi molecolari esaminati: un tasso di positività che sfiorava l’11 per cento. Cresciuti ieri anche i ricoveri in terapia intensiva, passati in un giorno da 127 a 136, mentre i posti occupati in degenza ordinaria sono 1.557 (-28).

La Campania andrà così ad aggiungersi alle altre Regioni in zona arancione, ovvero Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto e le province autonome di Bolzano e Trento. Nessuna Regione invece, per decreto, potrà scendere in zona gialla prima di maggio.

Per un’altra settimana in zona rossa resteranno invece Valle d’Aosta (incidenza a 319), la Puglia (260) e la Sardegna.

IL REPORT ISS – Nel report settimanale dell’Iss sull’emergenza Covid l’Rt medio nazionale scende a 0,85 (dallo 0,92 di sette giorni fa). Cinque regioni e province autonome (contro le otto della settimana precedente) hanno un Rt puntuale maggiore di uno: tra queste la Sardegna ha una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3.  Due regioni (Sicilia e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre regioni e Province autonome hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.

Nel report si osserva una diminuzione del livello generale del rischio, con una Regione (Calabria) che ha un livello di rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020. Sedici regioni e Province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui quattro ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre regioni (Abruzzo, Campania, Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso

COSA CAMBIA IN ZONA ARANCIONE – Il ritorno in zona arancione permetterà la riapertura di tutti i negozi, da quelli di abbigliamento per adulto a parrucchieri, barbieri e centri estetici.

Per bar e ristoranti non sono invece molte le novità, essendo ancora vietato consumare all’interno o nelle loro adiacenze. Da decreto infatti è consentita la vendita con asporto dalle 5 alle 22, ma senza restrizioni solo fino alle 18: successivamente l’attività è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina. La consegna a domicilio è invece consentita senza limiti di orario.

Novità importanti invece per la scuola: fino al 30 aprile è assicurato lo svolgimento dell’attività in presenza per la scuola dell’infanzia (nidi e materna), primaria (elementari), secondaria di primo grado (scuole medie). Nello stesso periodo, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (licei, istituti tecnici etc.) garantiscono l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca, mentre la restante parte si avvale della didattica a distanza.

Quanto agli spostamenti, in zona arancione sono vietati nei comuni diversi da quello di residenza salvo esigenze di lavoro, di salute o studio con autocertificazione.