Succede che una pattuglia di carabinieri ferma un dottore che ha appena staccato dal suo turno all’ospedale. Se ne sono sentiti in questi giorni di emergenza da coronavirus di episodi ingiusti, di incomprensioni, perfino di multe spiccate senza troppi scrupoli anche al personale sanitario. Ma non è questo il caso. E non è nemmeno la storia di un’autocertificazione dimenticata, o compilata male o riempita di fretta sul cofano dell’auto. Nessuna contravvenzione. Solo un episodio di solidarietà, di unità nazionale e di gratitudine.
Il medico è il professor Michele Davide Mignogna, specialista in malattie odontostomatologiche della Federico II di Napoli. Ha appena finito il suo turno di lavoro presso il Policlinico quando una pattuglia lo ferma a un posto di blocco. “Patente e libretto”, dice l’agente come, chiedendogli anche il motivo del suo spostamento, come da prassi in questi giorni di restrizioni.
“Buonasera, esco dal lavoro, dal Policlinico, sono un medico”, risponde Mignogna. E a quel punto l’agente compie il gesto che commuove il dottore: “Il carabiniere porta la mano al berretto e con un saluto militare mi dice: ‘Vada dottore, ci scusi per il disturbo, vada a casa a riposarsi e grazie di tutto'”. Il medico ha raccontato sulla sua pagina Facebook tutta la sua emozione: “Mi sono emozionato, quel giovane ufficiale era diventato in quel momento il mio Paese, i miei pazienti, i miei studenti ed ha cancellato in un attimo tutta la mia stanchezza…”.
