Per ora è solo un annuncio (uno dei tanti potremmo aggiungere), che dovrà essere supportato dal lavoro dei “pochi magistrati di sorveglianza“. Tuttavia quella di Nordio potrebbe essere la prima, concreta, svolta nel mondo delle carceri da quando è ministro della Giustizia. Dopo proclami e costruzione di nuovi edifici penitenziari, l’ex magistrato parla di liberazione anticipata per circa 10mila detenuti che andrebbero a ridurre il sovraffollamento che contraddistingue da decenni le patrie galere italiane.
Ad oggi, come ricordato dallo stesso Nordio, le persone in carcere sono circa 62mila. Un numero esorbitante grazie anche ai recenti decreti approvati dall’esecutivo Meloni. Un mondo dimenticato da tutti nonostante il numero crescente di suicidi, i casi quotidiani di malasanità e la carenza perpetua di personale (agenti penitenziari, educatori, psicologici).
Carceri, liberazione anticipata per 10mila detenuti: propaganda?
Nell’illustrare i principali provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri per il potenziamento delle strutture carcerarie, Nordio annuncia: “Diamo attuazione con delle modifiche al decreto della liberazione anticipata: si tratta di persone che potrebbero averne diritto per le loro condizioni, sia per il fine pena, sia per i programmi di recupero a cui si sottopongono. Si tratta di circa 10mila persone”, spiega. “Il nostro intervento è innanzitutto informativo nei confronti del detenuto”, ma “soprattutto abbiamo previsto che l’istanza di liberazione fatta dall’interessato sia presentata al direttore dell’istituto che ha l’onere di trasmetterla senza ritardo al magistrato competente: è una cosa che esiste già, l’abbiamo perfezionata, ma necessita di un intervento operativo e di continua collaborazione con la magistratura di sorveglianza. Ogni detenuto deve avere sin dall’inizio una cartella personalizzata con i suoi dati e la sua situazione”.
“Quello che non si deve fare – ha detto Nordio – è una liberazione anticipata, lineare e incondizionata perché la sua motivazione, dovuta al sovraffollamento carcerario, suonerebbe come una resa e una debolezza da parte dello Stato”.
Si tratta di “dare attuazione al dl 29 del 2024” relativo alla “liberazione anticipata”. “Non essendovi necessità di un intervento normativo – precisa Nordio – si potrebbe procedere in tempi anche relativamente brevi: certo i numeri sono alti, e i magistrati di sorveglianza sono pochi e fanno un lavoro durissimo, lo screening di tutte le posizioni e delle eventuali richieste non è semplice”.
La metà dei detenuti ha dipendenze. Aumento colloqui: sei al mese
Poi ricorda che “degli attuali 61.861 detenuti, il 31,39% ha una dipendenza da sostanze stupefacenti o alcoliche”, quindi “pensiamo che la detenzione differenziata dei tossicodipendenti sia una misura di buonsenso. Prima la facciamo e meglio è, e vorremmo avere anche il contributo dell’opposizione”. Infine annuncia che “abbiamo alleviato le condizioni dei detenuti: i colloqui passano da uno alla settimana a sei al mese, e da due a quattro al mese quelli per i detenuti condannati per reati gravi”.
