A Firenze, una procura della Repubblica, con i soldi delle (sempre troppe) vostre tasse spende denaro e tempo per sostenere grosso modo che le stragi del ‘93 volevano sostenere Silvio Berlusconi. Un po’ come se quelle dell’11 settembre dovessero favorire George W. Bush. È la stessa Procura che decide di non sgomberare un hotel abusivamente occupato da cui scompare una bambina di cinque anni.
L’articolo 101 della stracitata (solo a chiacchiere) Costituzione reca che la giustizia è amministrata in nome del popolo (anche nel suo interesse); non della sete di protagonismo di qualche Pm che, dopo la cronaca, ora vuole riscrivere anche la storia. Ditemi voi: cosa è nel nostro interesse? Che un’occupazione sia sgomberata e una bambina resti tra le braccia di mamma e papà, o che si assista all’inseguimento ossessivo di un fantasma, inseguimento che sarebbe comico, se non fosse tragico? Ti credo che il sindacato dei magistrati (sì, lo so, è incredibile, hanno un sindacato) strilla come un ossesso appena sente la locuzione “Riforma della Giustizia”, magari corredata di qualche limitazione alla complicità con parte della stampa che le fa da acritico megafono: simul stabunt simul cadent.
Intanto: in Italia arriva Google Bard, app di intelligenza artificiale che rivoluzionerà l’industria. Vi abbiamo raccontato la storia di un pioniere italiano che su questo terreno da Milano lancia la sfida al mondo intero armato di tricolore, ma chiede di regolamentarla prima che da opportunità si tramuti in pericolo per i posti di lavoro.
Qualcuno ci sta pensando? Si licenzia la delega sulla riforma fiscale: Flat tax in soffitta, e saldo zero. Un ossimoro tipo offrire uno champagne che non abbia bollicine. Nell’Italia vera, quella che tutti i giorni è in trincea a lavorare e fatturare si chiedono meno lacci, più concorrenza (liberalizziamo, e pensiamo anche a chi il taxi lo prende, sempre che lo trovi mai, oltre che ai capricci di chi lo guida?), stipendi più pesanti per salvare il ceto medio, e la garanzia che non si affronti la roulette russa ogni volta che si incontra sulla propria strada lo Stato.
Che, sempre nell’Italia reale, quella di un caso Tortora ogni 8 ore, la Corte d’Appello di Roma assolve ieri Fabio Mendella, colonnello della Finanza accusato nel 2014 di corruzione da uno cui aveva fatto accertamenti da 270 milioni di fatture false, per poi farsi (il Colonnello, mica l’accertato che lo accusava) 11 mesi di custodia cautelare, venire sospeso con inevitabile ignominia, ed essere assolto. 11 anni. Per riprendersi un onore che non doveva nemmeno esser messo in discussione. Allora, ecco il mio modesto invito. Basta, fenomeni. Caro Governo, smetti di ascoltare lagne corporative e tira dritto. Fai le riforme. Cari magistrati, rimettetevi a fare il vostro lavoro, non ci fate pentire di pagare un diluvio di tasse per pagarvi lo stipendio. E se avete troppo questa foga di notorietà, fatevi provinare al Grande Fratello. Vi raccomando io, se serve.
