Caso Ruberti, il PD romano come i peggiori bar di Caracas: sullo sfondo le primarie per il dopo Zingaretti

“Inginocchiatevi, vi ammazzo”. E poi urlando più forte: “Vi voglio in ginocchio adesso! Vi sparo”. Non siamo sul set di Gomorra o Romanzo Criminale. I dialoghi però sono quelli: “Frasi gravi”, concorda il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri accogliendo le dimissioni presentate dal suo braccio destro Albino Ruberti, che le aveva pronunciate. Siamo a Frosinone, in quello che fu il feudo di Giulio Andreotti per quarant’anni. Il primo giugno, tra il primo e il secondo turno delle ultime amministrative, si tiene una cena tra dirigenti ed eletti del Pd che degenera: fuori dal ristorante si sfiora la rissa.

Qualcuno da una finestra riprende tutto, o quasi, con un telefonino. Un minuto e mezzo di filmato che però in rete non circola. Emerge solo ieri, in coincidenza con la presentazione delle liste elettorali. E non per caso: i protagonisti del diverbio sono il capo di gabinetto del Campidoglio e l’ex eurodeputato e segretario del Pd frusinate, Francesco De Angelis. Che era fino a ieri mattina in lista per la Camera, circoscrizione Lazio Sud. E seduta stante, quando Il Foglio ha pubblicato il video, ha dovuto fare il passo indietro e rinunciare a correre.
Il ritiro della candidatura di De Angelis e le dimissioni di Ruberti “mi sembrano entrambe scelte giuste e doverose”, ha sancito il segretario Enrico Letta, che ieri mattina aveva fatto stilare dall’ufficio stampa del Nazareno una nota di censura durissima verso i protagonisti della vicenda.

Nel video si parla di nomi che il Riformista ha ricostruito: “Adriano” sta per Adriano Lampazzi, sindaco di Giuliano di Roma. Vladimiro è il fratello medico di Francesco De Angelis: alla cena non sarebbe stato presente di persona ma solo al telefono. E sua sarebbe stata la provocazione che ha fatto infuriare oltre misura Ruberti: “A te, me te compro con tutte le scarpe”. La Procura della Repubblica ha acquisito il filmato e dovrà capire se aprire un fascicolo, se sono ravvisabili ipotesi di reato. Di certo, c’è solo un fatto politico. Il Pd del Lazio è in fibrillazione. L’uscita di Nicola Zingaretti che approda in Parlamento scatena quella guerra intestina faticosamente tenuta a bada negli anni.

La corrente Pensare Democratico, che fa capo a De Angelis, a Frosinone fa il bello e il cattivo tempo. Nei congressi dei circoli rappresenta ora il 90%, ora il 100% degli iscritti. Una diga contro cui va a sbattere il senatore Bruno Astorre, segretario regionale (zingarettiano) del Lazio. E le cronache interne dei dem locali raccontano di ruggini irrisolte tra Astorre, De Angelis e Matteo Orfini, a lungo determinante per la compilazione delle liste dei candidati. Per De Angelis l’elezione alla Camera era sfumata già due volte, prima di ieri. Nel 2014 e 2018. Ecco che la nuova tensione, la corsa per succedere a Zingaretti, ha riacceso gli animi. Perché le primarie, appena Zingaretti sarà eletto deputato, andranno fatte. I nomi che si fanno sono quelli di Enrico Gasbarra, Daniele Leodori e Alessio D’Amato.

La dirigenza nazionale avrebbe concordato per puntare sul primo. I ciociari non ne vogliono sapere di imposizioni: loro come candidato governatore sosterranno Leodori. Nel tira e molla, più su indicazione di Nicola Zingaretti che di Roberto Gualteri (alle prese con ben altri fronti aperti per l’amministrazione capitolina), si è deciso di mandare a negoziare Albino Ruberti. Figlio dell’ex ministro socialista dell’università, Antonio Ruberti, Albino è stato per anni a capo di Civita, l’hub della cultura capitolina. Poi è stato a lungo capo di gabinetto di Zingaretti in Regione Lazio e solo di recente è stato “prestato” a Gualtieri. Ha esperienza.

La mediazione – però – nella famosa cena non riesce. Nel video si sovrappongono le urla. Francesco De Angelis supplica di farla finita: “Stanno arrivando i Carabinieri”, avvisa. Arriverà invece una volante della Polizia. Anche la compagna di Albino Ruberti, la consigliera regionale Pd Sara Battisti, prova a calmarlo. Sarebbe suo l’urlo con cui si chiude il video. Sul quale qualche considerazione va fatta: perché di questi video, girati tre mesi fa, forse esistono altre versioni. Vi sarebbe una scena finale, tagliata. Chi lo ha girato? E perché è stato tirato fuori proprio adesso? Come mai con tanto risalto, tante dichiarazioni di tutti i partiti, se si è trattato di una animata conversazione (smodata, perfino furiosa, sì. Ma del tutto lecita) tra privati fuori da un ristorante? “Mi sembra chiaro che avessero bevuto tutti troppo”, ci confida un deputato del Pd che conosce bene i protagonisti.