Catania come Palo Alto: flotte di Stem per una rivoluzione digitale

Eureka è l’espressione coniata da un siciliano, il famoso Archimede, quando scoprì che l’acqua poteva aiutarlo nei suoi calcoli matematici. Il Comune di Catania, anch’essa città della Magna Grecia, come la Siracusa di Archimede, guidata da Enrico Trantino, forse ha trovato la soluzione al suo quesito principale. Quale è oggi la sua mission? Nella città etnea nei giorni scorsi si è tenuto un hackathon denominato “GreenMindAI” – che già dal nome tiene insieme le due grandi transizioni di questo millennio – organizzato dal Comune, che ha radunato centinaia di nativi digitali che hanno gareggiato per trovare un’idea geniale, originale, da sviluppare in senso digitale, sul tema della sostenibilità ambientale. Il Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele si è riempito di giovani, di energie in fermento creativo, di neuroni che si confrontano, aiutati in questo da tutor e ricercatori dell’ateneo catanese.

La rivoluzione digitale

Catania, dopo essere stata città industriale, capitale dell’edilizia con i famosi Cavalieri del lavoro negli anni ‘70/80, dei centri commerciali negli anni successivi, forse ha trovato la sua nuova linfa vitale: il digitale, oggi in evoluzione planetaria con l’IA, tema centrale come ha dichiarato una delle più antiche istituzioni del mondo, la Chiesa di Leone XIV. Il primo a crederci fu Pasquale Pistorio, che qui insediò la STMicroelectronic, ma da quel momento ad oggi l’indotto del digitale è proliferato senza sosta con il suo tipico spirito competitivo che vuole emulare Palo Alto. Solo che questa “New Silicon Valley” deve essere riorganizzata secondo investimenti notevoli in infrastrutture digitali e in incubazione e formazione di capitale umano, vero motore del mondo digitale, che è fatto di cambiamento continuo e creatività. A questo tende la strategia dell’amministrazione catanese: a rendere la città un luogo accogliente, fertile e connesso per chi vuole scommettere sulla rivoluzione digitale, che dal timore tardo-medievale sul millennium bug ci traguarderà in una nuova era, in un futuro in cui le nuove generazioni saranno finalmente protagoniste.

La cerimonia finale e il premio di 15mila euro

Durante la cerimonia finale del “GreenMindAI Hackathon” Catania sono stati scelti i tre progetti vincitori, selezionati per la qualità tecnica, l’impatto concreto sul contesto urbano e la coerenza con gli obiettivi di innovazione e sostenibilità. Il primo classificato, con un premio di 15mila euro, è stato il progetto “GreenVision AI”, presentato dal team Werner Heinsenberg. Questo progetto introduce un modello evoluto per la pianificazione e gestione del verde urbano, con particolare attenzione al monitoraggio ambientale e all’adattamento ai cambiamenti climatici, con tecnologie di modellazione BIM, per la rappresentazione digitale degli spazi verdi: sensoristica IoT, per il monitoraggio in tempo reale di parametri ambientali come qualità dell’aria, umidità e stato della vegetazione, e Intelligenza Artificiale, per l’analisi dei dati e la generazione di scenari previsionali utili alle amministrazioni. Il team era composto da giovani professionisti e studenti con competenze in ingegneria ambientale, urbanistica, sviluppo software e IA. A guidarlo è Giuliana Parisi, ingegnere e dottoranda presso l’Università etnea.

Catania ci crede

Catania, se ci crede, ha trovato la sua nuova mission, che poi dovrebbe essere quella su cui dovrebbe scommettere l’Italia. Formare, come in Cina e in India, frotte di Stem, laureati in discipline scientifiche e tecnologiche, soprattutto ingegneri e informatici, con l’aggiunta fondamentale di quello spirito di inventiva e creatività con cui ci caratterizziamo da millenni, che – applicato alla tecnologia – ci farebbe tornare competitivi. A Catania, in Sicilia, con questa Next Generation spontanea, intanto il futuro è oggi.