Non capita tutti i giorni un matrimonio imperiale alla presenza della nobiltà di mezza Europa. È successo a San Pietroburgo: nozze imperiali che non si verificavano da oltre un secolo, più precisamente almeno da 113 anni, ovvero da quando la rivoluzione bolscevica d’Ottobre rovesciò la monarchia Romanov e l’ultimo zar Nicola II. Gli sposi sono George Mikhailovich, 40 anni, meglio conosciuto come Granduca Giorgio di Russia, ultimo erede della famiglia Romanov e l’italiana Rebecca Bettarini, 39, imprenditrice che vive in Russia e autrice di thriller internazionali con lo pseudonimo di Georgina Perosch.
Rebecca è la figlia dell’ex ambasciatore italiano Roberto Bettarini. Conobbe quello che sarebbe diventato suo marito 10 anni fa durante un ricevimento all’ambasciata francese di Bruxelles. La scrittrice è diventata ortodossa con il nome di Victoria da oggi è sua altezza imperiale granduchessa di Russia. Dopo gli studi universitari in Italia e diversi anni di lavoro come manager in un azienda italiana in Russia Bettarini ora presiede una società di consulenza da le fondata e presiede anche la Russian Imperial Foundation, organizzazione che raccoglie fondi a finalità di charity, ma soprattutto è autrice di romanzi gialli su intrighi internazionali: essere cresciuta nell’ambiente diplomatico in giro per il mondo le ha regalato le chiavi giuste per inventare le sue spy stories.
Lo sposo è George, discendente in linea diretta dalla famiglia dello Zar Nicola II, che fu trucidato dai bolscevichi all’indomani della rivoluzione di ottobre. Pronipote di Kirill, cugino dell’ultimo zar, praticamente è colui che potrebbe pretendere al trono di Russia. È nato a Madrid, è cresciuto in Francia, si è laureato in legge ad Oxford ma si è trasferito nella madrepatria russa solo tre anni fa: è figlio della granduchessa Maria Vladimirovna Romanova, che si è autoproclamata erede al trono imperiale di Russia. La discendenza al trono tuttavia è contesa tra due rami della famiglia: la linea dei Vladimirovič, a cui appartengono George e sua madre, e la linea dei Nikolaevič. La Chiesa ortodossa ha canonizzato la famiglia Romanov nel 2000 riconoscendoli “martiri”.
La cerimonia si è svolta a San Pietroburgo, ex capitale degli zar, nella cattedrale di Sant’Isacco. I due vivono a Mosca dove gestiscono un’associazione di beneficenza. Il matrimonio si è svolto in modo sontuoso, degno di uno zar, celebrata con il rito ortodosso. Tra i partecipanti anche i rappresentanti delle famiglie reali europee come la ex regina di Spagna Sofia: i Romanov erano infatti imparentati con molti regnanti, dagli Windsor ai Savoia ai Borbone. Al matrimonio, infatti erano presenti anche i duchi di Kent, cugini della regina Elisabetta II.

Gli sposi erano visibilmente emozionati e felici. Lei ha indossato un abito di raso bianco dal lungo strascico, semplice ed elegante. A impreziosire il tutto la tiara di diamanti disegnata da Chaumet, il gioielliere ufficiale della prima moglie di Napoleone, Giuseppina Bonaparte. Dopo aver vissuto in Belgio per sei anni, la coppia abita ora a Mosca, a due passi dal Cremlino, residenza dei Romanov fin quando Pietro il Grande decise di trasferire la capitale a San Pitroburgo. Oggi, dopo essere stato il centro del potere sovietico, è la residenza del presidente Putin.
La sposa ha postato su Instagram alcune foto dei momenti più belli del suo matrimonio. “Andando in chiesa con i miei migliori amici che sono sempre lì per me anche se siamo distanti oceani l’uno dall’altro”, ha scritto postando la foto con i suoi amici Gonçalo Perestrello e Gianluca Salvatori.
Poi la foto in cui prova la sua meravigliosa tiara e racconta i retroscena di quel matrimonio imperiale. “Cari amici! Sono state 24 ore pazze. Già un evento e tanti amici, ospiti, cugini da accogliere! Stasera abbiamo avuto momenti di thriller -proprio come nei miei libri – quando i giornalisti sono saliti sul tetto dell’hotel per fotografarci! Sospetto che stessero cercando Zhong! Grazie alla polizia che è intervenuta. E questa è una foto di questa mattina quando ho indossato la tiara -insieme a Zhong ovviamente!- prima di andare in chiesa”.
