Chiara Poggi era andata a cena con il fidanzato Alberto Stasi la sera prima di morire: una pizza, mangiata il 12 agosto, di cui si ha traccia in uno scontrino contenuto all’interno di una borsetta, in uso nei giorni prima dell’omicidio, subito fotografata dai carabinieri dopo il ritrovamento del cadavere e successivamente scomparsa. Un piccolo mistero ancora da chiarire, di cui riferisce l’AGI, senza poter specificare gli oggetti contenuti all’interno della ‘Pinko Bag’, ritrovata sulla sedia della cameretta della vittima, visto che il contenuto non venne mai repertato.
Chiara Poggi, il mistero della borsetta fotografata dai carabinieri e poi scomparsa
Al tempo fatti ‘Libero’ e ‘La Provincia Pavese’, scrissero che la borsetta venne consegnata dagli inquirenti ai familiari di Chiara Poggi e che, in seguito, l’accessorio venne rubato nella casa di Gropello Cairoli dove per un periodo si trasferirono i parenti della ragazza. Misteriose anche le circostanze della sparizione: non ci sono agli atti denunce del presunto furto e non esistono verbali di dissequestro. Un dettaglio, quello della borsa, probabilmente non ritenuto importante per le indagini, ma che finora non è stato ufficialmente chiarito da nessuna delle parti.
Alberto Stasi, la procura di Milano chiede la revoca della semilibertà
Intanto La Procura Generale di Milano ha richiesto la revoca del regime di semilibertà concesso ad Alberto Stasi, attualmente detenuto nel carcere di Bollate, dove sta scontando una pena a 16 anni. La richiesta, firmata dalla Procuratrice Generale Francesca Nanni e dalla sostituta Valeria Marino, sarebbe legata all’intervista rilasciata da Stasi alle IENE a marzo 2025 senza il necessario nulla osta, durante un permesso familiare autorizzato dal Tribunale di Sorveglianza. Il ricorso contro la concessione della semilibertà è stato depositato dalla Procura Generale circa un mese fa ed è ora all’esame della Corte di Cassazione.
