Mentre alla Mostra del Cinema di Venezia guitti, comici e saltimbanchi di regime si genuflettono alle infamie jihadiste, e l’Onu islamista tramite l’organizzazione Ipc ha modificato i criteri per poter dichiarare un’epidemia di fame che a Gaza non esiste, ecco le prove delle menzogne sulla carestia nella Striscia. Il Cogat, Coordination of Government Activities in the Territories, di concerto con Ghf, Gaza Humanitarian Foundation, e con istituzioni saudite ed egiziane, pubblica i dati conclamati sulla distribuzione degli aiuti alimentari e non solo.

Dall’inizio della guerra sono entrati a Gaza, protetti soltanto dalle Forze Armate israeliane (Ministero della Difesa), 101.000 camion, pari a 2 milioni di tonnellate di aiuti, ossia più di una tonnellata di aiuti pro capite. GHF ha distribuito 2,2 milioni di pacchetti di aiuti, equivalenti a 132 milioni di pasti. Nel posto numerose Ong, protette e assistite dai militari israeliani, gestiscono più di 86 cucine, che producono oltre 400mila pasti caldi al giorno per i cittadini. Ad esempio, il 20 agosto è certificata la distribuzione di 20.736 aid boxes e 1.197.504 pasti in due differenti centri di distribuzione. Nello stesso giorno sono entrati a Gaza 252 tir di merci, per un totale di 2.115 nella settimana dal 13 al 20 agosto. Sempre il 20 agosto sono stati lanciati dal cielo 154 pallet, per un totale di altre 44 tonnellate di aiuti alimentari da parte dei governi di Giordania, Indonesia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Singapore ed Emirati Arabi Uniti.

Da maggio 2025 sono entrati nella Striscia oltre 10mila tir (di cui l’80% di alimentari), più di 5mila tonnellate di cibo per infanti e oltre 2.500 tonnellate di medicinali. Oggi i prezzi nei mercati a Gaza sono scesi proprio a causa dell’aumento degli aiuti umanitari da parte di Israele, come dimostrato da specifiche analisi disponibili in Rete. Da parte degli organi coinvolti sono stati pubblicati tutti i resoconti delle attività di distribuzione giorno per giorno, certificati dagli istituti governativi interessati e da osservatori indipendenti. Non esiste nessuna fame a Gaza.

Il rapporto dell’Ipc è una bugia totale. Israele non usa tattiche di fame: ha una politica di prevenzione della fame. I dati messi in circolazione dall’Ipc per conto dell’Onu volutamente ignorano il colossale sforzo umanitario compiuto dallo Stato ebraico tramite le organizzazioni indipendenti, e ingannevolmente considerano soltanto i carichi di merce inviati dall’Onu stessa. L’Organizzazione ha di proposito tenuto fermi questi carichi, finendo per farli marcire al sole per mesi senza alcun motivo se non quello di contabilizzare un’assenza di cibo all’interno della Striscia. Soltanto dopo le molte denunce della stampa internazionale, l’Onu si è decisa a mobilitare i propri camion e a distribuire i suoi aiuti.

Il rapporto Ipc, inoltre, non fa mai menzione delle centinaia di camion rubati quotidianamente da Hamas, che con omicidi, violenze, furti, e la complicità di alcune agenzie Onu, ha causato una carenza temporanea di cibo nei mesi passati: secondo lo stesso Programma alimentare mondiale, il WFP, ossia l’agenzia Onu che si occupa di assistenza, a luglio 2025 dei 1.012 camion di aiuti raccolti, solo 10 sono arrivati ai magazzini; i restanti sono stati saccheggiati da Hamas prima della distribuzione. Ma di ciò la stampa non parla.

A questo problema le Forze Armate israeliane – aiutate dagli Stati Uniti – hanno posto rimedio decidendo di gestire direttamente la distribuzione, e proteggendo militarmente le organizzazioni umanitarie indipendenti. Israele ha compiuto sforzi senza precedenti per consentire agli aiuti di raggiungere il territorio nemico. Secondo John Spencer, presidente degli studi sulla sicurezza guerra urbana a West Point, nessun altro Paese in guerra ha compiuto tali sforzi per nutrire la popolazione civile in territorio nemico.

Basterebbe guardare i filmati provenienti dal posto, disponibili sui social e creati dai gazawi stessi: mercati stracarichi di cibo di tutti i tipi, bar, gelaterie e ristoranti ancora in funzione a Gaza City, magazzini colmi di derrate alimentari, e nessuna immagine lontanamente simile ai Paesi dove realmente si muore di fame. Per non parlare delle immagini smascherate come fake in cui i falsi giornalisti di Hamas inventano set cinematografici di scene strazianti, con bambini poi sorridenti e madri obese. Gli unici che muoiono deliberatamente di fame a Gaza sono gli ostaggi israeliani.