La conferenza di Conte: “Abbiamo messo il Paese in sicurezza”. Dure accuse a Salvini

Posso riassumere con una formula questi primi giorni di governo: siamo stati costretti a correre i 100 metri, addirittura uno sprint a ostacoli. Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, fare una manovra economica seria”. Sono queste le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella tradizionale conferenza stampa di fine anno a villa Madama. “Ora abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni: non significa che andremo a passo lento ma spediti, con la possibilità di programmare meglio le iniziative di governo per cercare di realizzare le misure che il Paese attende da anni

LE PROMESSE REALIZZATE – Il premier ha parlato di questi mesi di lavoro a Palazzo Chigi: “Sono orgoglioso di aver raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati ed essere andati oltre, perché non abbiamo solo disinnescato gli aumenti Iva ma abbiamo iniziato a realizzare quello che avevamo promesso“.

LA MACCHINA BUROCRATICA – Conte ha quindi annunciato novità importanti nelle prossime settimane “A gennaio sarà l’occasione per un confronto con la maggioranza per stabilire le priorità. Per esempio snellire la macchina burocratica. Nessuno può illudervi, lo dico ai cittadini, che sia una riforma facile, per questo serve un orizzonte temporale ampio”. “Sarà una riforma che scontenterà molti – ha aggiunto il presidente del Consiglio – quando si dice a un ufficio pubblico ‘anziché 60 giorni hai 30 giorrni per realizzare il tuo compito’ ci sono delle reazioni ma le dobbiamo superare. Nella Pa ci sono tante professionalità, cercheremo di intervenire con nuove assunzioni. E un altro pilastro della riforma sarà la digitalizzazione”.

IL CAPITOLO GIUSTIZIA – Un focus è stato quindi destinato alla giustizia, inizialmente senza entrare nel merito delle polemiche sulla prescrizione: “Dobbiamo riformare i processi. Abbiamo già varato un disegno di legge delega per l’abbreviazione dei tempi della giustizia civile, stiamo lavorando a quella penale, ma dobbiamo mettere mano a quella tributaria. Il mio obiettivo è ridurre un grado di giudizio, sarebbero sufficienti due gradi“.

Pressato poi dai giornalisti, Conte ha spiegato la sua posizione sulla riforma Bonafede: “Ritengo che una prescrizione che sia sospesa in prossimità del giudizio di primo grado non è un obbrobrio giuridico. Sicuramente rischieremmo di andare in difficoltà se non introducessimo meccanismi di garanzia per assicurare la ragionevole durata de processi“.

IL FISCO – Nel corso della conferenza stampa Conte ha parlato anche delle intenzioni dell’esecutivo per alleggerire la pressione fiscale agli italiani: “Vogliamo complessivamente agire per ridurre la pressione fiscale, ridurre le aliquote e rimodularle. Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione dobbiamo lavorare in modo serio e credibile. L’unica prospettiva seria e credibile è lottare contro l’evasione fiscale“. Il premier ha inoltre specificato che “la rivisitazione Iva non è all’ordine del giorno, dobbiamo assolutamente valutare l’impatto delle nostre misure“.

IL RILANCIO DEL SUD – Un capitolo importante della conferenza è stato dedicato al Mezzogiorno: “Il sistema infrastrutturale va modernizzato, serve manutenzione ordinaria e straordinaria per salvaguardare il territorio, per rilanciare il Sud – ha detto Conte – Una componente essenziale del piano per il Sud è incrementare e rafforzare le strutture anche viarie“. “Vogliamo colmare il divario nord-sud, non pensiamo che con il nostro governo riusciremo a porre fine alla questione meridionale ma senza il Sud il nostro Pil non ripartirà mai”. Per questo d’ora in poi “il 34% della spesa pubblica dovrà essere destinato preventivamente al Sud”.

LE POLEMICHE INTERNE – Il premier ha lanciato anche un appello alle forze di maggioranza ad abbandonare le polemiche: “Vogliamo riscoprire il senso di comunità, noi come squadra vogliamo rivolgerci ai cittadini e rilanciare il concetto di politica, senza proclami e gesti eclatanti, senza abbandonarsi e lasciarsi distrarre da polemiche. Non dobbiamo sprecare un’occasione d’oro. Nessuna forza politica alimenta il consenso con le polemiche. Le polemiche non ci fanno bene“.

Conte ha voluto anche lanciare un avvertimento alle forze di maggioranza sulla tenuta del governo: “Non posso fare il presidente del Consiglio senza il pieno serio determinato sostegno delle forze politiche che sostengono la maggioranza, ma sarebbe una sconfitta per tutti. Io non vedo un altro governo, mi sembra uno scenario inverosimile ma sarebbe davvero una sconfitta per tutte le forze politiche andare al voto per fare le cose che potremmo fare ora“.

GENOVA E L’EX ILVA – Il premier ha voluto rimarcare il ruolo del governo nella gestione della ricostruzione del ponte Morandi di Genova: “Sono sempre più orgoglioso del nostro Paese. Io lo chiamo il ‘sistema Italia’, vi ricordate come è stato per Genova? In soli 20 mesi riusciremo a realizzare un ponte che sarà un gioiello di tecnologia”. Conte ha quindi aggiunto che “a breve torneremo con delle soluzioni per l’ex Ilva e la città di Taranto”, la vertenza più importante che dovrà affrontare il governo.

I NUOVI MINISTRI DELL’ISTRUZIONE – Sarà la sottosegretaria al Miur Lucia Azzolina la nuova ministra della scuola. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella tradizionale conferenza stampa di fine anno a villa Madama. Il premier ha utilizzato l’occasione per ringraziare l’ex ministro Fioramonti, che si è dimesso a Natale in disaccordo con i pochi fondi destinati al Miur: “Dobbiamo fare dei passi avanti per la ricerca e l’università e non è vero che non ne abbiamo fatti – ha detto Conte – abbiamo lanciato l’agenzia per la ricerca. Dobbiamo fare di più, rilanciare un piano straordinario per i ricercatori, incrementare i fondi per il diritto allo studio”.

Il premier inoltre ha annunciato la creazione di un nuovo ministero, separando il comparto scuola da ricerca e università. Il nuovo ministro dell’università e della ricerca sarà il rettore dell’Università degli Studi Federico II di Napoli Gaetano Manfredi.

Riguardo lo ‘sdoppiamento del Miur’ Conte ha successivamente precisato che “non c’era nessun piano per la creazione di un nuovo ministero, e non è vero che non ho provato a far desistere Fioramonti. Lo rispetto, secondo me è stato un tempo troppo breve per arrivare a conclusioni così radicali ma proprio perché lo rispetto ho meditato su cosa fare. I due nuovi ministri secondo me possono fare molto bene“. Il premier ha poi aggiunto che “non nomineremo sottosegretari” ai due nuovi ministri alla scuola e all’Università. 

I ‘CONTIANI’ IN PARLAMENTO – Il presidente del Consiglio ha dovuto anche stoppare le voci su possibili gruppi parlamentari a suo nome, dei cosiddetti ‘contiani’, associati in particolare all’ex ministro dell’Istruzione Fioramonti: “Non posso in questo momento pensare che dei parlamentari possano usare il mio nome per costituire un gruppo. Se ci sono rivolgo loro un appello: rimanete nelle vostre forze politiche, non alimentate iniziative che vanno contro la stabilizzazione”. “In questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostengono la maggioranza non fa bene all’azione di governo – ha sottolineato Conte – Le manifestazioni critiche devono alimentare il dibattito interno alla singola forza politica”. Una polemica chiusa con affermazioni perentorie sul suo stesso futuro: “Io non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento. Non è nelle mie corde e sarebbe una cosa diversa rispetto all’impegno che ho assunto di fronte agli italiani”.

LE ELEZIONI REGIONALI – Il presidente del Consiglio ha voluto poi stemperare la tensione nel governo per le prossime elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria: “Non vedo tra le forze politiche che sostengono questo governo il clima da campagna elettorale permanente – ha detto Conte – Non bisogna trascurare che da quelle competizioni ricaveremo dei dati politici che alimenteranno il dibattito, ma non sarà un referendum a favore o contro il governo”.

IL CAOS LIBICO – “L’obiettivo immediato è la cessazione delle ostilità, quello successivo è sedersi al tavolo”. È quanto riferito dal premier Conte in riferimento alla guerra civile in corso in Libia. “L’avevo detto a tutti i mie interlocutori, stiamo facendo un grande errore: piuttosto che stabilizzare la Libia ritarderemo ancora la soluzione. C’è stata e c’è un’incessante azione diplomatica da parte dell’Italia, un costante dialogo per indirizzare tutti verso una soluzione politica”. Il presidente del Consiglio ha spiegato di “appoggiare l’iniziativa di Berlino e per questo cerchiamo di dissuadere tutti coloro che sostengono l’utilizzo delle armi, in primis i libici. l’Ue ha un ruolo importante, dobbiamo essere uniti. Continueremo a rivendicare questa posizione”.

L’IPOTESI CONTE 3 – “L’ipotesi di un Conte tre? Per carità, no, no”. Ha risposto così il presidente del Consiglio ai giornalisti che hanno chiesto di un possibile ‘terzo mandato’ a capo dell’esecutivo, negando quindi una nuova missione a Palazzo Chigi: “Non dobbiamo cadere nella tentazione di credere di poter realizzare domani quello che possiamo fare oggi”, ha risposto il premier.

MIGRANTI E DECRETO SICUREZZA – Il premier ha quindi annunciato che, sul tavolo di confronto che si terrà a gennaio con le forze di maggioranza, ci saranno anche i decreti sicurezza prodotti dal primo governo Conte: “E’ nel nostro programma l’intervento sui decreti sicurezza per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Vi ricordo che il bis è stato varato in modo diverso da quello che è stato poi introdotto in fase di conversione. Sarà sicuramente tema del confronto di gennaio”.

Il presidente del Consiglio ha poi rivendicato i risultati sui migranti: “Stiamo ottenendo ottimi risultati senza clamori, senza dibattiti pubblici. Chiuderemo il 2019 con la metà degli sbarchi dello scorso anno. Abbiamo migliorato il numero dei ricollocati“.

Il tema non è tutti contro Salvini, ma ho sempre detto in tutte le occasioni pubbliche che non ero favorevole allo schema ‘porto aperto o chiuso’. E’ stato gridato porto chiuso, ma ho sempre detto che la nostra politica era sì di rigore ma non era quella cosa lì“, ha detto Conte.

IL TEMA GREEN – “Per il clima da soli non possiamo fare nulla, il tema non può essere risolto da un piccolo Paese come l’Italia e nemmeno dall’Unione europea”. È quanto affermato dal presidente del Consiglio Conte sulla questione ambientale, diventata centrale dopo le proteste dei giovani di ‘Fridays for Future’ e di Greta Thunberg. “Siamo la culla dei valori occidentali – ha aggiunto il premier – ma oggi la nuova frontiera è la svolta green, se noi come Europa vogliamo rivendicare un primato è quello”.

REFERENDUM E LEGGE ELETTORALE – “Se verrà promosso il referendum” sul taglio dei parlamentari “ben venga ma una cosa è certa, questo governo lavorerà fino all’ultimo giorno senza farsi distrarre da cose che sono peraltro previste nella nostra costituzione“. Si è espresso così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sull’ipotesi di chiamare al voto gli italiani sul taglio dei parlamentari.

Il premier è intervenuto anche sulla legge elettorale: “Si lavori in modo condiviso senza guardare all’interesse della prossima scadenza elettorale ma cercando di consegnare al Paese un sistema funzionale o condiviso”. In ogni caso, ha ricordato Conte, “non è materia che appartiene al governo”.

CONTI PUBBLICI – Il premier ha quindi ricordato come, nonostante le critiche ricevute dalle istituzioni europee per il nostro debito pubblico, quest’ultimo “è sicuramente elevato ma i nostri fondamentali sono molto saldi e per la maggior parte il debito è nelle nostre mani, questo fa differenza”.

AUTOSTRADE E CONCESSIONI – Conte ha annunciato in conferenza che “per quanto riguarda le concessioni autostradali ad Aspi c’è un procedimento in corso. Confidavo di poter completare tutto entro questo mese, slitteremo un po’ ma siamo in dirittura finale”. Il presidente del Consiglio ha precisato che l’esecutivo non vuole fare “sconti a nessun privato, vogliamo tutelare il pubblico. C’è nel milleproroghe poi una norma che non riguarda Aspi in particolare ma tutti i concessionari, elimineremo privilegi perché c’erano delle sproporzioni esagerate”.

LA STOCCATA A SALVINI – Non è mancata, da parte di Conte, una pesantissima stoccata a Matteo Salvini, sottolineata in sala anche dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna. “La Lega è una forza politica pienamente legittimata – ha spiegato il premier – ma la modalità di Salvini di interpretare la leadership come se si fosse sciolti da vincoli, rivendicando in piazza pieni poteri la trovo insidiosa“.

LA RICANDIDATURA DI MATTARELLA – “Non spetta a me votare il nuovo presidente della Repubblica, lo vediamo dai sondaggi che c’è massimo apprezzamento di come il presidente Mattarella ha difeso gli interessi degli italiani, dando un’alta testimonianza di responsabilità e rispetto delle istituzioni“. È quanto affermato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno a villa Madama rispondendo a una domanda su un’eventuale ricandidatura di Mattarella al Colle.

REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100 – “Reddito di cittadinanza e quota 100 sono misure che abbiamo confermato all’esito di un confronto con le forze di maggioranza, dove c’erano perplessità. Il reddito è una misura di cui mi sono dichiarato orgoglioso e mi batterò per quanto possibile per conservarla ma dobbiamo migliorare la fase applicativa“. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno a villa Madama. “Non mi rassegnerò a fino a quando non avremo un progetto non meramente assistenziale ma finalizzato alla riqualificazione e l’occupazione“. Su quota 100 “l’abbiamo intesa come misura temporanea e l’anno prossimo torneremo a interrogarci“.