Tamponi e casi in aumento, ma calano i morti e i ricoveri in regime ordinario e in terapia intensiva. Dal bollettino del ministero della Salute, e relativo a venerdì 5 febbraio, sono emersi 14.218 positivi e 337 i decessi, contro i 13.659 contagiati e le 422 vittime di giovedì.
È aumentato anche il numero di tamponi analizzati, 270.507 fra molecolari e antigenici, quasi 400 in più. E il tasso di positività, cioè il rapporto fra i malati e i test, sale leggermente dal 5,05% al 5,25%. Se il dato complessivo dei positivi sale a 2.611.659, il totale dei deceduti raggiunge i 90.618
La situazione ospedaliera sembra meno grave. In regime ordinario, ci sono 19.575 pazienti, cioè 168 in meno nel giro di una giornata. In rianimazione ammontano a 2.142 i posti letto occupati (-9) con gli ingressi del giorno in terapia intensiva che toccano quota 132. I guariti delle ultime 24 ore sono 14.995, cioè 2.091.923 dall’inizio della pandemia, e continua, anche se rallenta, la discesa degli attuali positivi: -1.159, con 429.118 italiani affetti dal Covid-19.
La Lombardia è la regione con il maggior numero di contagi (2.504) a fronte di 39.003 tamponi, con un indice di positività al 6,4%. In quadrupla cifra anche i casi in Campania (1.665), Emilia-Romagna (1.364), Puglia (1.215) e Lazio (1.141). Altrove si riscontra un numero di infetti nell’ordine delle centinaia, tranne in Basilicata (89) e Molise (8).
In chiaroscuro poi il quadro offerto dal 38esimo rapporto settimanale dell’Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari, dell’Università Cattolica. Con alcuni indicatori che fanno ben sperare, perché virano verso il basso l’incidenza settimanale dei nuovi casi e la mortalità, che si attesta al 4,57%. Inoltre, negli ultimi sette giorni, il valore medio dei nuovi ingressi in terapia intensiva è pari a 1,51 ogni 100mila abitanti: Umbria (3,56), Friuli-Venezia Giulia (3,23) e Puglia (2,48) sono in testa a questa triste classifica. In ogni caso, secondo gli esperti della Cattolica, la diffusione del Coronavirus in Italia sembra aver raggiunto il plateau, ma preoccupa l’emergere dei primi focolai di variante inglese che potrebbe far peggiorare di nuovo lo scenario.

