Coronavirus, il pericolo è la violenza. La circolare Lamorgese: “Rischio tensioni e focolai estremisti”

Non solo l’emergenza sanitaria, con oltre 18mila decessi per il Coronavirus. A spaventare lo Stato italiano sono anche i rischi connessi alla criminalità organizzata e alla capacità di organizzazioni estremiste di insinuarsi nelle maglie della crisi e a pilotare atti di violenza e di rivolta pubblica.

A metterlo nero su bianco è una circolare del Viminale recapitata alle prefetture di tutta d’Italia, in cui si chiede la massima attenzione e sforzi di intelligence per evitare che la situazione possa sfuggire di mano. Il Ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese non nasconde infatti che “alle difficoltà delle imprese e del mondo del lavoro” potrebbero accompagnarsi “gravi tensioni a cui possono fare eco, da un lato, la recrudescenza di tipologie di delittuosità comune e il manifestarsi di focolai di espressione estremistica, dall’altro, il rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali”.

Per questo la ricetta del Viminale è di sviluppare “un’ampia azione di intelligence sul territorio che valorizzi, in primo luogo, le evidenze di natura info-investigativa e la capacità di analisi dei contesti e dei fenomeni criminali a cura delle Forze di polizia territoriali, con l’obiettivo di assicurare che la ripresa delle attività avvenga secondo imprescindibili coordinate di legalità”.

Una necessità dovuta alle prime avvisaglie di tensioni già manifestate nelle scorse settimane in particolare a Palermo, dove le forze dell’ordine hanno dovuto presidiare i supermercati dopo l’assalto guidato da ‘rivoltosi’ organizzati tramite social network.

Il ministro pone quindi l’attenzione su un aspetto che riguarderà la prossima ‘Fase 2’, la ripartenza delle attività e quindi dell’economia del Paese. Con la riapertura dei cantieri il rischio di infiltrazioni di organizzazioni criminali sarà particolarmente alto, per questo il Viminale chiede ai prefetti “un’attenta ed accurata valutazione di tutti i possibili indicatori di rischio di condizionamento dei processi decisionali pubblici funzionali all’assegnazione degli appalti”.