Coronavirus, nel Bergamasco morti due dipendenti delle poste. Cgil: “Chiudete gli uffici”

Relatives walk behind a hearse carrying a coffin inside the Monumentale cemetery, in Bergamo, Italy, Tuesday, March 17, 2020. Bergamo is one of the cities most hit by the new coronavirus outbreak in northern Italy. For most people, the new coronavirus causes only mild or moderate symptoms. For some it can cause more severe illness, especially in older adults and people with existing health problems. (AP Photo/Luca Bruno)

Due dipendenti di Poste Italiane sono morti nella provincia di Bergamo dopo aver contratto il coronavirus. Lo ha reso noto Marisa Adobati, componente della segreteria della Slc-Cgil di Bergamo, ricordando che entrambi avevano “lavorato fino a pochi giorni fa, uno in un centro di recapito e l’altro in un ufficio postale di due comuni della provincia di Bergamo. Per questo la Cgil chiede: Ora basta, è ora di chiudere gli uffici postali”.

Già da tempo i sindacati chiedono la chiusura degli uffici postali per “l’inutilità di esporre al contagio i lavoratori di Poste Italiane della bergamasca, ed ovviamente non solo del nostro territorio, e ci viene ripetuto in maniera assillante che Poste deve garantire i servizi essenziali”. Proprio in questi giorni Bergamo tocca il picco del dolore con 385 morti in 7 giorni. In un’atmosfera spettrale la città accoglie la notizia dei suoi ennesimi morti per l’emergenza. Nessuno sale sui balconi per cantare o ballare, c’è solo silenzio e un fitto viavai di bare che affollano il cimitero.

“Il recapito di un bollettino o la marea di avvisi di mancata consegna delle raccomandate – prosegue il sindacato – non crediamo siano da considerarsi espletamento di servizi essenziali. Molte scadenze fiscali ed invii di notifica sono stati, tra l’altro, sospesi per decreto. Il punto è che, ormai, ‘andare in Posta’ per molti è diventato il pretesto per fare una ‘giustificata’ passeggiata in paese”.