Cosa è una ‘staycation’, le vacanze che molti faranno quest’estate

Di solito il termine indica un soggiorno in un hotel, un resort, una pensione nel proprio Paese, non lontano da dove si vive, per staccare un po’, lasciare casa e concedersi qualche giorno di vacanza. Di solito questo vuol dire “staycation”; una vacanze dalle proprie parti. L’espressione può indicare tuttavia anche un’altra modalità di trascorrere le proprie vacanze: a casa propria. Letteralmente. A molti potrebbe sembrare una scelta folle: dopo giorni di lockdown, sempre tra le stesse mura, in settimane interminabili a causa dell’emergenza covid, restare nella propria abitazione anche per le ferie. Ma con il coronavirus, la paura ancora non superata di contrarre il contagio, le restrizioni agli spostamenti o agli ingressi; ecco che questa alternativa potrebbe diventare molto meno rara di quanto si possa prevedere.

Proprio su come passare le proprie vacanze in casa Themanual.com ha stilato una sorta di decalogo. Che parte, innanzitutto, dal lavoro: non può esserci vacanza se non si stacca. E quindi via le notifiche delle mail e via anche la perenne presenza sui social network. Quest’ultima misura serva anche a un altro scopo: tutti devono sapere che hai staccato – anche se di solito è proprio in vacanza che si fa un uso massiccio di Facebook e Instagram. Altri fondamentali: evitare di occuparsi delle faccende domestiche, magari facendo una grande pulizia qualche giorno prima delle ferie; e nessuna pianificazione del tempo, niente tabelle, programmi, sveglie.

Ma come passare il proprio tempo? Il sito mette in fila un paio di consigli: utilizzare tutte le attività virtuali messe a disposizione da musei o altri centri culturali simili; dedicare una giornata intera alla cura del corpo e quindi usare il proprio bagno o il proprio soggiorno come se fosse una spa; fare meditazione e yoga. E con il cibo? Purtroppo niente street-food, niente locali dal cibo etnico, niente fast-food. La tattica è duplice: se non si ha voglia di cucinare si può ordinare qualsiasi tipo di cibo da asporto, sia dai ristoranti preferiti o da quelli che da tempo avremmo voluto provare; oppure ci si può mettere ai fornelli e sperimentare nuove ricette. Ultimo consiglio: comprare o scegliere un souvenir che possa comunque ricordare questa vacanza alternativa.

Vista la modalità che potrebbe lasciare perplesso più di qualcuno, tocca ricordare l’altra accezione di “staycation”, la prima, quella delle vacanze a portata di mano, a chilometro zero, a stretto raggio. Quelle che potrebbero permettere a molti di scoprire meglio, o davvero, il proprio Paese, la propria regione, la zona dove vivono. È quello cui sta lavorando anche la politica, per incentivare le vacanze all’interno dei confini e finanziare il comparto del turismo, uno dei più colpiti dalla crisi da coronavirus.