Porta il nome di Daniel Gold il sistema anti-missile che sta proteggendo Israele. Fin dal 2000, il capo del dipartimento Ricerca e sviluppo del ministero della Difesa è stato impegnato nell’impedire ai razzi Qassam di raggiungere il suolo israeliano creando e perfezionando un sistema che potesse permettere di intercettare, selezionare e distruggere i razzi in volo con attacchi anti-missile altamente rapidi e precisi, evitando danni collaterali.
La morte del bambino di 4 anni che ispirò il sistema Iron Dome
Ad ispirare il lavoro di Gold, giovane brigadiere generale del ministero della Difesa, fu la tragica vicenda della morte di Afik Ohayon nel giugno 2004, un bambino di 4 anni che perse la vita colpito da un razzo Qassam mentre veniva accompagnato dalla madre all’asilo. Quest’ultima riuscì a sopravvivere, tanto da poter raccontare nella docu-serie “Iron Dome” il terribile giorno: sorte opposta per il piccolo, colpito in fronte da un frammento dell’esplosione.
Cos’è e come funziona Iron Dome
Il sistema, trasportabile e funzionante in qualsiasi momento e condizione atmosferica, è composto da tre elementi: un radar di scoperta e tracciamento, un sistema di controllo del combattimento (gestito dai militari) e un’unità di lancio missili. Una batteria tipica ha tre lanciatori su un camion, ognuno con 20 missili Tamir. Attualmente, ci sono una decina di batterie distribuite su tutto il territorio israeliano. I missili Tamir seguono traiettorie curve, inseguono e colpiscono i razzi, disintegrandoli con un rumore sordo. Il costo è di circa 100 milioni di dollari per ogni batteria e 50 mila dollari per ogni Tamir. L’Iron Dome ha dimostrato di salvare migliaia di vite in modo mirato, intervenendo solo quando i razzi minacciano centri abitati. Può fallire, ma recentemente ha intercettato il 95% degli oltre mille razzi sparati da Gaza. Protezione non indifferente contro le minacce aeree.
Le difficoltà nel finanziamento
In origine il progetto di Gold era considerato troppo avanzato e costoso, incontrando resistenze nei vertici della Difesa. Ci vollero anni e ulteriori vittime dopo Afik prima che qualcuno riconoscesse il valore della sua idea, il primo a sostenere il progetto fu Amir Peretz, già sindaco di Sderot e successivamente ministro della Difesa, conscio del problema rappresentato dai razzi Qassam. Arrivarono i finanziamenti, e il progetto iniziò a prendere forma. Il sistema fu chiamato Iron Dome, divenne operativo nel marzo 2011. Fondamentale il supporto dell’Amministrazione Obama, che garantì un sostegno di 225 milioni di dollari.
