Cos’è l’ influenza del Cammello: sintomi, trasmissione, contagi in Italia e perché si temono i rientri dal Qatar

Nel periodo delle influenze e del “liberi tutti” deli virus, se ne fa largo un altro: si chiama Mers, meglio come conosciuto come “influenza del cammello” perché è una forma virale che passa dai cammelli all’uomo. Non è sconosciuto, in Italia è stato segnalato già nel 2012 ma i primi casi sono stati rilevati in Qatar. E da qui la preoccupazione per i rientri dai mondiali. Secondo le autorità può essere più letale del Covid.

Che cos’è l’influenza del cammello

Mers sta per Middle East Respiratory Syndrome” ovvero sindrome respiratoria mediorientale. Appartiene alla famiglia del coronavirus ed è un’infezione delle vie respiratorie molto severa. È conosciuta come “influenza del cammello” perché è una forma virale che passa dal cammello all’uomo.

Quali sono i sintomi

I sintomi dell’influenza del cammello possono essere simili a quelli classici dell’influenza alle vie respiratorie, febbre, tosse, e possono portare a polmonite con respiro corto e difficoltà respiratorie. In alcuni casi gravi i sintomi possono degenerare in problemi gastrointestinali e insufficienza renale. Le forme più gravi sembrerebbero colpire maggiormente le persone anziane, immunodepresse e chi soffre di problemi polmonari cronici, diabete e malattie renali.

Come avviene il contagio

Come per tutti i virus basta entrare in contatto con persone già infette per rischiare il contagio. Non solo: può avvenire stando a stretto contatto con i cammelli, consumando alimenti derivati da questi animali, come ad esempio il latte, soprattutto se non è stato pastorizzato. Il contagio da persona a persona è possibile ma l’Oms lo riporta come caso piuttosto raro, che si verifica più spesso fra membri dello stesso nucleo familiare o all’interno di strutture sanitarie. Il virus è stato segnalato per la prima volta nel 2012 in Arabia Saudita, poi si è diffuso prevalentemente nei paesi medioriantali come Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Egitto, Iran, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Qatar e Yemen. I casi di contagio degli ultimi anni sono avvenuti principalmente in soggetti a stretto contatto con gli animali.

I numeri del contagio

Secondo l’Oms dal 2012 ad oggi sono stati diagnosticati 2.600 casi di mers nel mondo, soprattutto nei paesi medio orientali. Fra essi in 935 sono stati fatali, pari al 36% del totale. Dunque, dati alla mano, questo tipo di influenza è molto più letale del Covid, perché quest’ultimo ha una mortalità del 4%. Allo stesso tempo, Mers è molto meno contagiosa del Covid: in circa due anni di pandemia da Covid-19 l’Oms ha registrato più di 645 milioni di contagi (e oltre 6 milioni di morti).
Inghilterra e Australia hanno diramato una nota con specifici consigli per chi viaggia in medio oriente specificando che “chiunque viaggi dal Medio Oriente, incluso il ritorno in Australia dopo aver partecipato alla Coppa del Mondo FIFA 2022, dovrebbe essere a conoscenza della sindrome respiratoria mediorientale (MERS)”. Non ci sono allerte al momento, ma un invito a prestare attenzione ai sintomi per chi ha viaggiato nelle zone “di interesse”