Cosimo Di Lauro morto in carcere, primogenito del capoclan ‘Ciruzzo o milionario’

Cosimo Di Lauro, boss della camorra e figlio maggiore del capoclan Paolo, detto “Ciruzzo o milionario”, è morto questa mattina nel carcere milanese di Opera. Di Lauro, 49 anni, era recluso dal 2005, quando venne arrestato nel quartiere Secondigliano di Napoli, durante una delle più sanguinose guerre di camorra, la faida di Scampia tra Di Lauro e Scissionisti che provocò oltre 100 morti in otto mesi.

Alle 7 di questa mattina è arrivata infatti all’avvocato difensore di Di Lauro, Saverio Senese, la comunicazione dal carcere: “Il suo assistito è deceduto”. Al momento le cause del decesso sono ignote: la difesa aveva chiesto più volte una perizia su Di Lauro per turbe psichiche sospette.

A lui il padre Paolo aveva affidato le redini del clan, durante la latitanza per reati di camorra, in virtù di una semplice regola di famiglia: “Comanda il figlio più grande in libertà, anche se latitante”. Durante la sua ‘gestione’ si manifesta il declino del clan, con la guerra di camorra degli Scissionisti, guidati dagli ex colonnelli (in primis Raffaele Amato e Cesare Pagano) ribellarsi alla gestione del primogenito della famiglia Di Lauro.

L’arresto arriverà il 21 gennaio 2005 nel Rione dei Fiori (detto anche ‘Terzo mondo’) a Secondigliano, zona considerata fortino del clan Di Lauro con i residenti, soprattutto le donne, si ribellarono all’arresto dell’allora boss, lanciando oggetti contro i carabinieri.

Verrà condannato a più ergastoli, considerato il responsabile di diversi omicidi: quello di Gelsomina Verde, torturata e bruciata nella sua auto perché ex fidanzata di un camorrista rivale degli Scissionisti, Gennaro Notturno; quelli di Raffaele Duro, Salvatore Panico e di Federico Bizzarro. Alle sue “gesta” è in parte ispirato il personaggio di Genny Savastano nella serie tv Gomorra.